Spirit. Il gelido abbraccio di Graham Masterton

Non mi piacciono i romanzi coi detective, con gli eroi stereotipati senza macchia e senza paura, perché tanto si sa che vanno sempre a finire bene. Non mi piace il "fantasy", il “rosa”, il genere “avventura” e nemmeno quello dove i protagonisti dialogano coi fantasmi come se fossero i vicini di casa. In linea generale non stravedo - dunque - nemmeno per i romanzi horror, anche se ne ho appena finito uno alquanto solido. Ci ho messo cinque giorni a leggerlo e mezza giornata a chiedermi come mai non l’ho lasciato a metà come altri.
A parte il fatto che cerco di superare i pregiudizi, la risposta più plausibile che mi sono dato è che Graham Masterton è un autore senza aggettivi di riferimento: si occupa, per lo più, di narrativa “di genere” ma scriverebbe benissimo di qualsiasi altra cosa. Ne consegue che anche in questo suo “Spirit” (Gargoyle) la forma, soprattutto, se ne giova: polso fermo, plot originale, discrete psicologie, e taglio letterario sufficientemente apprezzabile, malgrado le concessioni al topos orrorifico. E allora, date queste premesse, sapete che c’è? C’è che se mai vi capitasse tra le mani uno dei libri firmati Masterton toglietevi dalla testa di avere a che fare con un romanzo sciatto di genere pulp: l’autore c’è, ha oltre una cinquantina di titoli alle spalle (ma pochissime traduzioni in italiano…mistero della fede), che non sono esattamente, come dire, bruscolini.

E dunque “Spirit”, per metterla sulla sintesi: la storia di un fantasma per amico, ma mica poi tanto se è vero che è gelosissimo e non conviene indispettirlo volendo male alle persone che protegge. Peggy Buchanan è la classica bambinetta da horror movie americano: riccioli biondi, vivacità & dolcezza combinate insieme in mix da agiografia infantile. Un giorno che non vi dico, le sorelline - Laura ed Elizabeth - la trovano morta annegata sotto lo spesso strato di acqua ghiacciata della piscina. La tragedia devasta la famiglia Buchanan, peraltro all’oscuro del fatto che Peggy non ha la minima intenzione di riposare in pace. Intanto che volano gli anni e le piccole donne crescono, una catena di morti inspiegabili (tutte persone vicine, in qualche modo, alle sorelle Buchanan) mette ulteriormente a repentaglio l’equilibrio delle loro vite.

Alla faccia delle condizioni climatiche, i cadaveri presentano i segni della morte per congelamento, e l’ultima cosa che hanno visto è l’immagine di una bambina che sembra saltata fuori dalla favola della Regina delle nevi, la favola che Peggy amava sentirsi leggere da viva. Fine della storia, risvolti oscuri e i diversi colpi di scena di questa saga familiare dalle insolite/inquietanti venature horror li scoprirete da soli, col fiato corto e il sangue come ghiaccio nelle vene. Leggete "Spirit" e scoprirete perché.