Storia Massonica della P2
- Autore: Federico Sinopoli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
“Poi, improvvisamente, un giorno Gelli entra nella Massoneria”: così si legge nell’intrigante libro di Federico Sinopoli. Fresco di stampa, Storia massonica della P2 (Tipheret, Acireale-Roma, 2021) provoca subito non poco interesse, giacché la mente va al periodo delle trame oscure che inquietarono drammaticamente la vita del Paese (sequestro Moro, strage dell’Italicus, strage di Bologna, collegamenti con la criminalità organizzata e i Servizi deviati...). Nella prefazione, il giornalista Francesco Brancatella, in modo tanto incisivo quanto sintetico, ammette in primo luogo i pregiudizi in tema di Massoneria. La sola parola, ha scritto, viene associata da una diffusa opinione a “intrigo”, “penombra”, “complotto”. Tuttavia, accostandosi prima al dialogo con l’autore e poi all’opera, ha avvertito un senso di liberazione da qualche serpeggiante diffidenza: ha in definitiva compreso sulla base della ricca e limpida documentazione riportata e descritta l’autentica anima della Comunità Massonica, che va separata dalle azioni sovversive della P2.
Perciò, ha concluso l’intervento dicendo a chi va rivolto il libro, ritenuto prezioso, e a quale scopo: ai massoni spiegherà il tentativo, non riuscito, di “cadaverizzare” la parte sana della Massoneria e l’efficace risposta di autotutela data dall’interno stesso della Comunità Massonica; a chi Massone non è, ed egli tra costoro, potrà far comprendere l’obbligo di tenere sempre acceso il personale periscopio di profondità per sottrarre la mente all’ombra del pregiudizio.
Se da un lato la Massoneria si presta ad alimentare luoghi comuni, dall’altro ha la forza etica di sconfessarli attraverso una lucida e onesta analisi dei fatti come sono accaduti. Esplicativo dunque l’intento di Federico Sinopoli che procede lungo un tracciato inconsueto:
“Narrare quali furono la nascita, l’evoluzione, la fine della P2 all’interno dell’Istituzione che l’aveva creata, cent’anni prima di Gelli, e che, in qualche modo, ne consentì la degenerazione”.
Egli da massone, ben consapevole che la storia viene costruita sui documenti, si affida specificamente alle carte della Commissione parlamentare d’inchiesta, la cosiddetta “Commissione Anselmi”, sgomberando il campo da possibili perplessità. Tiene infatti a precisare che il suo scritto non si inquadra nell’apologia massonica e nemmeno nel proselitismo muratorio. Il suo pensiero è chiaro: le opinioni non contano senza la conoscenza, tant’è che sono frequenti i casi in cui si strumentalizza la Massoneria, scaricando su di essa i loschi affari che si vorrebbero coprire attraverso la manovra di volpini depistaggi.
Ripercorrere l’indagine non rientra di certo nello scopo di questa recensione. Spetta al lettore inoltrarsi lungo gli accidentati sentieri che però destano crescenti e ricorrenti interessi conoscitivi di capitolo in capitolo. Eppure non si può fare a meno di segnalare, e non solo per la freschezza espositiva, il capitolo “La Loggia P2”, in cui è il Presidente Pertini, la sera del 31 dicembre 1981, a inserire l’argomento nel discorso augurale rivolto alle italiane e agli italiani. Sono state inequivocabili le sue affermazioni, fuori dalla retorica del “dire e non dire”:
“Quando io parlo della P2, non intendo coinvolgere la Massoneria propriamente detta, con la sua tradizione storica. Per me, almeno, una cosa è la Massoneria, che non è in discussione, un’altra cosa è la P2, questa P2 che ha turbato, inquinato la nostra vita”.
È la stessa “Tradizione” riconosciuta da Gramsci, cui non era sfuggito il valore eroico dell’Istituzione nel compimento del lungo Risorgimento. La Massoneria non è in discussione, ha voluto sottolineare Sandro Pertini, amico del resto di quei Liberi Muratori in esilio dopo le leggi fasciste antimassoniche del 1925. La storia che narra Sinopoli parte dalla fine: cioè dalla Relazione della Commissione Anselmi, letta come “l’atto conclusivo” del giudizio politico cui aveva fatto riferimento il Presidente. Sinopoli non ha peli sulla lingua: non la Massoneria o i Massoni in generale, ma l’operato di alcuni Maestri Venerabili rinvia piuttosto a un coinvolgimento ("È quindi probabile che i vertici inizino, forse inconsapevolmente, forse no a coltivare "una serpe in seno").
Impossibili le conclusioni. Ma se la questione rimane aperta per ulteriori approfondimenti, resta fondamentale la valutazione politica del caso Gelli: il Venerabile aretino, si legge in un brano della “Relazione”, si servì della Massoneria, utilizzandone immagini e strutture, per sentirsi al “coperto” e operare perché si esercitasse il controllo sul sistema, reclutando personaggi di forte peso socio-politico, economico e amministrativo. Nulla di apodittico nell’appassionato itinerario: ciascuno può farsi in merito il giudizio che vuole, l’essenziale che scaturisca dall’esercizio di capacità critiche supportate dalla conoscenza del fenomeno da indagare.
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