Storia degli spettri. Fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura
- Autore: Massimo Scotti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2013
Sapevate che spiritismo e marxismo sono nati ufficialmente nello stesso anno (1848)? E che ne il “Manifesto del Partito Comunista” Marx utilizza spesso, volentieri e non a caso, metafore di estrazione fantasmatica, a cominciare dall’incipit con lo “spettro” che si aggira per l’Europa? Per un positivista convinto come il sottoscritto questa è solo la più “inquietante” delle scoperte che mi ha riservato la lettura di “Storia degli spettri. Fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura”, saggio muscolare su ciò che ha fatto storia e letteratura spiritica, come si dice dalle origini ai nostri giorni. Lo firma per Feltrinelli Massimo Scotti, che in 410 pagine brossurate (di cui una cinquantina riservate solo alle note!) certo non gioca al risparmio analitico, operando sul crinale sdrucciolo dell’ultraterreno tra testi, sotto-testi, cronache, leggenda, socio-antropologia, con perizia e cognizione di causa anche sui generis (toglietevi dalla testa pubblicazioni sulla scorta di Voyager o Mistero). Film e romanzi horror, per esempio, mi avevano insegnato che le dimore infestate da fantasmi (o dai più moderni poltergeist) non sono la residenza ideale per chi ama la vita tranquilla, ciò che mi sfuggiva è che della questione si fosse occupato persino il diritto (romano e moderno), per via delle ricadute sul piano economico di chi vende o affitta o acquista siffatte abitazioni. Tenetelo bene a mente nel caso fiutaste un affare: da che mondo è mondo l’edificio popolato da fantasmi è destinato a deprezzarsi, né più né meno che l’Overlook Hotel di kubrickiana memoria. Un altro dato – leggendo questa “Storia degli spettri” – si impone come incontrovertibile: il concetto di fantasma (o di demone o di creatura ectoplasmatica o di anima errante) è consustanziale alla culture (non soltanto quelle occidentali), si evolve o si involve a seconda delle epoche, di cui riflette lo “spirito”, la concezione dell’aldilà e/o la credenza (o meno) nella sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Occorre che anche i miscredenti se ne facciano una ragione: siamo una specie programmata per abboccare al mistero, per illuderci, appassionarci al gore, all’horror, alla ghost story, lo siamo dai tempi della Mostellaria plautina, degli scritti sugli spettri di Plinio il giovane, di Frankenstein, dei racconti di Natale di Stevenson, di quelli di Poe e di Theophile Gautier; lo siamo ancora oggi all’epoca di Clive Barker e di Stephen King, e lo saremo sempre. Come evidenzia Massimo Scotti con implacabile nitore scientifico: dietro il concetto edificante/rassicurante di casa-ritrovo, casa-rifugio, casa-focolare, si nasconde, in realtà, un lato buio e ben più perturbante: sai quanto gliene frega a un fantasma dell’ultimo antifurto che abbiamo fatto installare o a un familiare uscito fuori di zucca perché vede gli spettri come Jack Torrance li vedeva in Shining delle porte sprangate per bene. Fate i debiti scongiuri, se volete, ma al cospetto delle forze sovrannaturali non siamo mai al sicuro, nemmeno al riparo delle nostre iperaccessoriate ed escludenti mura domestiche! Si veda, a riguardo, la “folle” Winchester House, autentico “monumento ai fantasmi” eretto dalla nipote dell’inventore del celebre fucile per scongiurare le insidie che le venivano dalle anime vaganti degli indiani e dei pionieri uccisi con quell’arma ai tempi del far west. Così è se vi pare.
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