Storia del cinema horror italiano vol. 4
- Autore: Gordiano Lupi
- Genere: Horror e Gotico
- Anno di pubblicazione: 2013
Da Mario Bava a Stefano Simone
Nel 1980 avevo sedici anni, una selva di capelli, altrettanti dubbi e solo un paio di certezze: la prima era che non credevo a nulla che fosse minimamente imparentato con il magico-soprannaturale, la seconda è che andavo matto per i film dell’orrore, per quelli made in Italy soprattutto. Li trovavo meno manichei degli americani, più sfaccettati, più torbidi, meno rassicuranti, soprattutto nei finali, dai quali, spesso, era bandito l’happy end. La poderosa “Storia del cinema horror italiano” curata e scritta da Gordiano Lupi (Edizioni Il foglio) è dunque, a prescindere, un libro che fa per me: questo volume 4 - da Mario Bava a Stefano Simone -, in special modo, poiché sciorina tutte le sfumature del buio di quegli anni lì, i “miei anni” al grand guignol cinematografico, gli anni in cui - appena dopo il calcio, che praticavo - i film “de paura” erano l’altare preferito cui immolare i pomeriggi e le odiate versioni di greco e latino.
A ciascuno le sue madeleine, buona parte degli horror qui citati sono le mie. Seguendo il filo rosso del perturbante il libro di Lupi spazia, ancora una volta, a tutto campo: dal demoniaco che poco ha da invidiare all’Esorcista, al filone zombie-cannibalico, dal fanta-horror all’horror padano di Pupi Avati, attraverso titoli che solo a nominarli (per chi all’epoca c’era, per all’epoca ha potuto goderseli in una sala cinematografica, fosse anche scalcagnata, di terza visione) mettono l’acquolina in bocca: “Macabro”, “Chi sei?”, “Malabimba”, “Holocaust 2000”, “Un fiocco nero per Deborah”, “Antropophagus”, “Zombi 2”, “Zombi Holocaust”.
Se uno non se la beve, e - da illuminista duro e puro - sa sbirciare sotto i simboli, scopre che l’horror è il genere rivoluzionario per eccellenza, capace di destabilizzare i capisaldi sui quali fonda la nostra stessa ontologia, sommovendone le radici. Si pensi alle famiglie borderline (tutti contro tutti) del genere case infestate, all’umanità reificata di alcuni post-apocalittici o degli stessi film con gli zombie, al legame strettissimo con il sesso (amore/morte) che molti spaghetti-horror hanno calato come asso nella manica.
Gordiano Lupi è uno scrittore-saggista-polemista tanto prolifico quanto privo di paraocchi e siffatte cose le conosce bene: ci consegna dunque la sua carrellata di film e filmacci nero-pece con il valore aggiunto dei rimandi e delle osservazioni in diretta dal sottotesto. Scult-movies da ri-scoprire, se non proprio ri-valutare, possibilmente senza la prosopopea intellettual-chic di certo criticume di sinistra, grazie.
Storia del cinema horror italiano. Da Mario Bava a Stefano Simone. Horror anni ottanta (Vol. 4)
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