Storia del clima
- Autore: Pascal Acot
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2011
Con lo spietato “Generale Inverno” russo dovettero fare i conti (salatissimi) prima le truppe francesi di Napoleone Bonaparte quindi, secoli dopo, quelle tedesche di Adolf Hitler. La paura della carestia ha inciso, nella Francia del 1648-52, sul destino della Fronda; la “piccola era glaciale” tra il 1550 e il 1850 su quello di diverse popolazioni dell’Europa. Sembrerebbero fatti incontrovertibili: il clima determina la storia degli uomini, ma - in realtà - il rapporto è meno assiomatico e più articolato di ciò che sembra.
Scrive Pascal Acot nella nuova edizione accresciuta del suo “Storia del clima. Il freddo e la storia passata. Il caldo e la storia futura” (Donzelli, 2011):
“Nella storia, il clima ha (…) un peso diverso a seconda delle epoche. Alle origini precambriane della vita, il clima e determinante in senso stretto (…) poi mano a mano che i sistemi viventi si fanno più complessi, il clima diventa meno decisivo”.
In altre parole: un conto è la necessità dell’ozono atmosferico in mancanza del quale nessun organismo vivente sarebbe potuto uscire dal mare dando origine alla vita sul Pianeta; un conto sono gli imprevisti metereologici, rintuzzati - con l’evolversi delle civiltà - dall’avvento della termoregolarizzazione. E allora il reiterato richiamo all’emergenza climatica delle cronache (anche attendibili) dei nostri giorni? Stando ancora a quanto scrive Acot non si tratterebbe di falsi allarmi:
“Oggi sappiamo – afferma il filosofo e storico della scienza – che le attività delle società umane sono suscettibili di provocare modifiche drammatiche del clima della Terra. Nel corso del XX secolo, il campo della climatologia, ha finto col sovrapporsi a quello della biologia e, anche se in minima misura e molto più recentemente, a quello delle scienze umane”.
E così, a chiare lettere, il senso ultimo di questo best-seller (diverse edizioni di stampa in Francia e in Italia) è bello che spiegato. Come anche la sua “struttura” a più livelli, colma di richiami pluri-disciplinari (filosofia, paleontologia, storia, metereologia, geografia), e però resa accessibile da una prosa brillante, pensata anche per i “profani” (quanto è saccente, invece la saggistica di casa nostra). Un viaggio nel tempo (dall’alba dell’uomo ai nostri giorni), colto e avvincente insieme, 250 pagine che si leggono con estremo interesse, ammaliati, a tratti, dalla fascinazione del tratteggio quasi “poetico” compiuto da Acot su alcune ere, prima fra tutte quella primigenia del “crepuscolo polare”, lontana due miliardi di anni fa.
Storia del clima. Il freddo e la storia passata. Il caldo e la storia futura
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