Storia del conflitto israelo-palestinese di Claudio Vercelli

“Il conflitto dai capelli bianchi” è forse la definizione più suggestiva che sia mai stata usata per indicare le ostilità che perdurano, da tempo ormai immemore, fra Israele e Palestina. Questa citazione, purtroppo anonima, inquadra perfettamente l’idea che l’uomo comune, quello che legge i giornali o si informa tramite TV o web, ha di questa guerra apparentemente eterna. Probabilmente nessuno, nel mondo civilizzato, è completamente all’oscuro delle tensioni fra i due popoli, non fosse altro che per averle sentite ricordare in qualche chiacchiera da bar. Ma che cosa sappiamo veramente di quello che è successo dalla fine dell’Ottocento, con la nascita, cioè, del fenomeno del sionismo, a oggi, quando ancora la questione è tutto meno che risolta? Pensiamo vagamente a un contrasto fra uno Stato senza terra (Israele) e una terra senza Stato (la Palestina), ma pochi di noi vanno oltre. Magari qualcuno, più intraprendente, è andato in vacanza a Tel Aviv (di fatto una sorta di “bolla” che poco o niente rivela della situazione drammatica del Paese) o sul Mar Morto (sede di resort per turisti abbienti), e forse si è spinto fino a Gerusalemme, osservando la calma apparente che regna fra i rappresentanti delle varie religioni, o a Betlemme, sperimentando la rassegnata tranquillità con la quale i palestinesi affrontano il passaggio dei posti di blocco. Tutto questo, però, basta solo ad avere un quadro superficiale della situazione, non certo a comprenderla: cosa, del resto, di per sé assolutamente non facile, neppure per la persona più informata.

Storia del conflitto israelo-palestinese di Claudio Vercelli (Laterza, 2020) è un saggio estremamente accurato, e pur essendo di facile comprensione non è certo una lettura da affrontare sotto l’ombrellone. Questo perché l’interminabile sequela di fatti, avvenimenti, date, spostamenti, negoziazioni, proposte respinte, alleanze e combattimenti non è una passeggiata, e richiede una forte concentrazione per essere assimilata in modo da avere un’idea quanto più precisa possibile di quali siano stati gli sviluppi della questione. Si inizia dall’influenza ottomana sulla Palestina, protrattasi dal 1500 fino alla fine del 1800, per descrivere un Paese, ancora alle soglie del Novecento, semisconosciuto al mondo, scarsamente popolato, organizzato nella politica dei sangiaccati, alla quale però il popolo si sentiva del tutto estraneo.

I reali organizzatori della vita erano i clan: un sistema a tribu che ancora oggi influenza il destino di un popolo sostanzialmente arretrato, poco organizzato e sicuramente molto più orientato verso la lotta che verso la diplomazia. Quando, proprio a fine ’800, iniziò a diffondersi in tutta Europa e in particolare nella Russia zarista (si vedano i tristemente celebri pogrom) l’ostilità verso il popolo ebraico, da sempre stanziato in moltissimi Paesi ma privo di una propria Patria, si sviluppò il fenomeno del sionismo, cioè della ricerca di una terra per gli ebrei. Il luogo prescelto risultò essere la Palestina, e, così come non fu una decisione arrivata dall’oggi al domani, tanto meno la sua attuazione si rivelò facile.

Le due guerre mondiali, il ruolo dell’Egitto, l’OLP, la costruzione di innumerevoli insediamenti ebrei vicini alle città abitate dai palestinesi, le ingerenze di USA, UK e Russia hanno portato, negli anni, a una situazione estremamente ingarbugliata dalla quale ancora non si intravede una via d’uscita, e nella quale la religione non è che un banale pretesto per nascondere interessi politici.

Claudio Vercelli, l’autore, è docente di Storia dell’Ebraismo presso l’Università Cattolica di Milano, e ha al suo attivo innumerevoli studi, convegni e libri riguardanti in particolare la storia ebraica, anche relativamente ad argomenti specifici quali il negazionismo o la deportazione, nei campi di concentramento, dei non ebrei quali testimoni di Geova, gay, prigionieri politici eccetera. Voce autorevole e storico accurato, rappresenta una vera e propria garanzia per chiunque voglia affrontare questo saggio, da assimilare con pazienza e senza farsi scoraggiare dalla grande mole di informazioni in esso contenute.