Storia del pinguino che tornò a nuotare
- Autore: Tom Michell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2016
Quando Tom Michell scrisse per la sua famiglia “Storia di un pinguino che tornò a nuotare” (Garzanti 2016, pp. 208, 14,90 euro, titolo originale The Penguin Lesson, traduzione di Elisabetta Valdrè), dove raccontava la storia della sua amicizia con il pinguino Juan Salvador, stampando il libro in proprio non immaginava che sarebbe diventato uno dei più importanti casi editoriali dell’anno, edita da Penguin e venduta in 20 Paesi.
“Se negli anni Cinquanta, quando ero piccolo, mi avessero detto che un bel giorno la mia vita sarebbe stata indissolubilmente legata a quella di un pinguino e che, almeno per un periodo, saremmo stati io e lui contro il mondo, non avrei fatto obiezioni”.
Il Professor Michell, di nazionalità inglese, insegnava in un prestigioso college dell’Argentina in Sud America. Tom fin da piccolo aveva sognato di visitare quelle zone, a lui note esclusivamente attraverso i libri, “Decisi che da adulto sarei andato lì”. A dodici anni il giovane Tom aveva comprato un dizionario di spagnolo per imparare in segreto la lingua. Nel periodo in cui l’Argentina vedeva il crollo del governo peronista, vacillando sull’orlo dell’anarchia, Tom si trovava in vacanza a Punta del Este in Uruguay, tappa del suo viaggio di ritorno a Buenos Aires. Era l’ultimo giorno del suo viaggio e Tom aveva deciso di fare una passeggiata in riva al mare prima di andare a cena. Nella luce brillante del sole d’inverno i colori accesi dei gabbiani, delle barche e delle case risaltavano contro il mare color zaffiro e il cielo azzurro. L’aria sapeva di salmastro e dell’odore del pesce, i gabbiani si cibavano delle sardine. Tom si era perso nell’osservazione di due pinguini che filavano veloci nell’acqua all’inseguimento delle prede afferrandole al volo. Poi la sua attenzione era stata catturata da centinaia di pinguini inzuppati di petrolio che giacevano privi di vita nella sabbia. L’uomo, rimasto profondamente colpito da questo spettacolo ripugnante e deprimente, si domandava “quale futuro attendesse una civiltà capace di tollerare una profanazione simile”. Centinaia di pinguini erano morti mentre si dirigevano a nord lungo le rotte migratorie ancestrali, come i loro antenati avevano fatto per milioni di anni. Il professore continuava a camminare lungo la spiaggia quando si era accorto che un valoroso pennuto era straordinariamente vivo “muoveva le ali e teneva su la testa”. Tom, travolto da un impeto di speranza, aveva deciso di tentare di salvarlo “sarebbe riuscito a sopravvivere se lo avessi pulito?”. Il coraggioso Tom aveva recuperato una busta sull’arena ed era riuscito a infilarvi l’animale per fare ritorno al suo appartamento con il pesante fardello di cinque chili. Il valoroso salvatore aveva ingaggiato una furiosa lotta con l’uccello terrorizzato, ostile e risentito per cercare di ripulirlo dal disgustoso petrolio, prima con del comune detersivo e poi con shampoo. Man mano che il pinguino veniva ripulito diventava collaborativo e docile. Con questa grande lavata era iniziata la profonda e incredibile amicizia tra Juan Salvador e il prode Tom, “legame che sarebbe durato per tutta la vita”.
Storia del pinguino che tornò a nuotare, storia alla quale si fa fatica a credere, è una narrazione ambientalista che è anche una condanna verso chi deturpa e preda il nostro bellissimo pianeta. Le commoventi e avvincenti pagine ricordano che due allegri e originali compagni nel loro piccolo possono fare la differenza.
“Contro ogni logica, speravo che il pinguino se la cavasse, perché a partire da quell’istante aveva un nome: Juan Salvador Pinguino”.
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