Storia di un minuto. Il primo disco di PFM
- Autore: Renzo Stefanel
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Come nacque la band di rock tricolore più famosa al mondo? E in che modo, con il suo disco d’esordio, riuscì nell’impresa di essere il primo gruppo italiano a piazzarsi in cima alle classifiche di vendita? E ancora: da dove nasce la celebre "Impressioni di settembre"? Quando prende forma "La carrozza di Hans"?(Note di copertina)
Renzo Stefanel ha un’idea tassonomica dello saggistica musicale: è capace di portarla per le lunghe concentrandosi sugli studi di registrazione, le marche degli strumenti, i come e i perché di un giro di accordi, e - se ci scappa - persino sulla storia del furgone utilizzato per la tournèe tal dei tali. De gustibus. Il mio approccio alla pagina è più immediato, emozionale: mica ho status quo da critico-grillo parlante da difendere. L’ho sempre scritto e dichiarato senza infingimenti: per me ciò che conta sono le storie “dentro” (e non intorno) ai dischi, non ci fossero (stati) i cantautori avrei volentieri fatto a meno della musica. Non per metterla sul personale ma per un fatto di onestà: sappiate che il sottoscritto e Stefanel sono due pianeti sideralmente lontani, che vengono a incrociarsi (collidere?) nelle occasioni date quasi sempre dall’uscita di un mio libro (lui è più parsimonioso, in quanto scrittore/ricercatore serissimo) che recensisce con penna al curaro e – spesso – abbondanti pregiudizi ideologici. Adesso che tocca a me scrivere del suo “Storia di un minuto. Il primo disco di PFM” (Aereostella, 2012) non ho voglia né intenzione di rendergli pan per focaccia: il libro tiene e il solo appunto che gli muovo (e con lui al coautore, Antonio Oleari) è che bisogna sobbarcarsi un’ottantina di pagine (di un saggio che nel complesso ne conta poco più di 120) per entrare nel merito del discorso (il leggendario disco d’esordio della Premiata Forneria Marconi che “compie” quarant’anni). Prima di ciò, è un continuo girarci attorno (a volte utile, a volte meno) attraverso premesse, risvolti, rivoli, minuzie, pedinamenti (non si tratta della biografia della PFM, no?), resi, per giunta, in asetticità di stile, da giornalisti super partes, che non sia mai ci scappi pure un evviva!, di tanto in tanto.
Un libro da evitare? L’ho scritto prima: affatto, non fosse che per le cospicue dichiarazioni di prima mano che contiene, nella fattispecie quelle dei componenti “storici” della band (Flavio Premoli, Giorgio Piazza, Franz di Cioccio, Mauro Pagani, Franco Mussida). Testimonianze sulla scia di questa rilasciata da Mauro Pagani, che riferisce sul testo di “Impressioni di Settembre” (una delle hit comprese nell’album) e del suo incontro ravvicinato con sua Maestà del Nulla Poetico Giulio Rapetti in arte Mogol:
Tutto quello che passava dalla Numero Uno aveva il timbro di Mogol. Allora mi dicono di andare da lui: salgo al Dosso di Coroldo (…) arrivo e Giulio mi dice: ‘dai, prendi il quaderno e andiamo’. Ci avviamo per un viottolo. ‘Guarda - mi dice - quante perle di rugiada intorno a me. Scrivi!’. Oppure ‘Sì! Cerco il sole ma non c’è’. Poi, a un certo punto, ancora: ‘Vedi la nebbia, che bella? Respiro la nebbia e penso a te, scrivi!’. E io: ‘No, Giulio, dai! Noi siamo quelli che partono col nuovo, che vogliono rompere con la canzonetta all’italiana. Le donne noi non le vogliamo!’ Mi dice: ‘Lo vedi che non capisci? Le donne c’entrano sempre!’
(l’amarcord la dice lunga sulla statura artistica del paroliere, non trovate?). Aldilà del suo incedere senza guizzi particolari, il saggio di Oleari & Stefanel è onesto, puntuale, informato (si giova di diverse fonti giornalistiche dell’epoca e di un corposo apparato iconografico), inoltre va incontro all’interesse del nutrito popolo rock progressive, per cui storia e contro-storia della Premiata Forneria Marconi risultano imprescindibili.
Storia di un minuto. Il primo disco di PFM
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