Storia di una matita
- Autore: Michele D’Ignazio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2012
“Storia di una matita” è un libro di Michele D’Ignazio pubblicato nel 2012 da Rizzoli, nella collana “Il cantiere delle parole”. In apparenza potrebbe sembrare un racconto per bambini, ma vi assicuro che non lo è. O meglio, la storia potrebbe essere letta anche ai più piccoli, ma la riflessione sul fatto che l’uomo sia schiavo delle proprie passioni, può coglierla soltanto un pubblico adulto. Ancor più complicato, poi, se uniamo i termini della “metamorfosi” e della “ricerca”, nel raggiungimento di un obiettivo che non si rivela mai perfetto, così come prefissato. L’uomo deve scendere a patti con la realtà, e comprendere che i propri sogni, una volta realizzati, subiscono sempre dei cambiamenti. Sono in continuo divenire, quindi, in un certo senso, bisogna accontentarsi e creare degli equilibri.
Protagonista di questa storia surreale è Lapo- a volte chiamato per scherno Lupo o Lapis-, un trentenne che si è appena trasferito in una grande città, con la passione per il disegno. La madre vorrebbe che diventasse insegnante, ma, sopra ogni cosa, lui vuole essere un illustratore.
Dopo alcune delusioni, derivate da colloqui di lavoro andati male, Lapo desidera così intensamente trovare un’occupazione come disegnatore, da trasformarsi in una gigantesca matita. Le sue mani diventano pastelli colorati, così come tutto il suo corpo ne assume la forma.
“C’era poco da fare, aveva visto bene. La punta ben temperata, il colore giallo, la forma esagonale. Era una matita bellissima. L’unico problema è che aveva preso il posto del suo dito mignolo”.
Il soggetto è quello della “metamorfosi”, ma non intesa in maniera così angosciante come la descriveva Kafka. Perché ricordiamo che “Storia di una matita” è un racconto ironico, riguardante il futuro di tanti giovani che faticano a trovare un incarico fisso; un tema affrontato sempre in modo leggero e scherzoso.
Quello di Lapo si presenta come un vero e proprio cammino di formazione, che lo porterà a comprendere che quando i sogni si realizzano, essi comportano anche alcuni aspetti negativi. Vi sono due lati della medaglia: gioie e dolori. E l’essere umano deve saper affrontare entrambi.
Lapo quindi scopre di essersi trasformato nell’oggetto della sua ossessione, ma non si perde certo d’animo. Superato lo shock iniziale, si inventa un mondo per comunicare e riesce a trovare anche un lavoro presso un grande magnate, proprietario di alcune emittenti televisive, che dall’alto del suo grattacielo ha scoperto il talento del ragazzo per il disegno. A dire il vero, avendo la punta al posto dei piedi, Lapo non fa altro che lasciare segni ovunque, quindi non deve impegnarsi più di tanto; per la gioia di Franco, il portiere dello stabile che è stanco di pulire i suoi scarabocchi. A poco a poco, Lapo scopre un mondo in cui, a grande sorpresa, egli non è l’unico ad essersi trasformato nel simbolo delle proprie passioni.
“Storia di una matita” è un racconto fresco e divertente. Lo stile è semplice ed evocativo, seppur nei suoi eventi surreali.
Un libro che insegna ad inseguire le proprie inclinazioni, con la consapevolezza che gli eccessi siano sempre dannosi. Per questo lo consigliamo a grandi e bambini.
Storia di una matita
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