Storie di fantasmi per il dopocena di Jerome K. Jerome

Esemplare la tortuosa carriera di questo autore, che in vita percorse tutte le strade percorribili:

• attore di teatro (sotto lo pseudonimo di Harold Crichton),
• autore di saggi, satire e storielle,
• professore di scuola,
• imballatore
• portaborse di avvocati.

Sebbene riuscito ad ottenere un primo successo con “Sul palco e sotto”, racconto umoristico ispirato dall’esperienza teatrale, l’avvenimento che cambiò davvero la sua vita fu il matrimonio, avvenuto il 21 giugno del 1888, con Georgina Elizabeth Henrietta Stanley Marris. Fu la luna di miele, infatti, una breve navigazione costeggiando le zone lungo il Tamigi su una barchetta, ad ispirargli il famoso “Tre uomini in barca (per tacere del cane)”. Il fatto curioso è che inizialmente questo suo lavoro doveva essere una guida turistica ("La storia del Tamigi")… ma poi la vena umoristica finì per prevalere. Una fortuna, visto che l’opera vendette ai tempi, nella sola Gran Bretagna, un milione e mezzo di copie. Ne è stato poi fatto un film, uno show per la TV e la radio, per il teatro e persino un musical.

E’ quindi davvero un splendida chicca questo agile libretto che ho letto nell’edizione pubblicata da Biancoenero, finemente illustrata da Umberto Mischi. Un volume che, nella tradizione di questa piccola casa editrice, privilegia l’alta leggibilità: colore della carta, scelta del carattere, lunghezza delle righe, spaziature sono state preventivamente studiate per renderne la lettura ancora più gradevole.

Cinque brevi racconti che appartengono al migliore Jerome. Tre strane vigilie di Natale, il fantasma di un mulino e una storia nella storia.
Era la vigilia di Natale. E’ sempre la vigilia di Natale nelle storie di fantasmi...

L’umorismo di Jerome, sebbene tipicamente inglese, risulta ancora oggi fresco e gradevole, privo di quelle cadute di stile tipiche del voler far ridere a tutti i costi dei tempi attuali. Un autore che meriterebbe di essere riscoperto e valorizzato, come i nostri Cesare Zavattini e Achille Campanile. Le illustrazioni poi, sebbene realizzate da un disegnatore della classe 1987 (relativamente giovane quindi), hanno un fascino quasi demodé. Pulite, originali, riescono a far muovere in maniera gradevole il testo rendendolo ancora più piacevole.
Mi ripeto: una splendida chicca.