Streghe, sortiere e maliardi nel secolo XVI a Roma di Antonino Bertolotti

Strano rapporto ha avuto la Chiesa con le superstizioni: prima ha cercato di cancellarle, liquidandole con sufficienza come riti pagani primi di qualsiasi valore, quindi ha trovato la sistematica sovrapposizione di eventi sacri e liturgici con le feste già sul calendario (la Cristianizzazione del tempo, la chiama lo storico Jean-Claude Schmitt), poi le ha combattute con l’arma più violenta tra quelle che aveva a disposizione, il rogo e il tribunale dell’inquisizione.
Una battaglia, a ben vedere, che è durata per tutto il Medioevo e oltre. Un’azione folle ai nostri occhi, e senza scampo, ma a cui all’epoca qualcuno pure credeva.
Si pensi ad esempio al tristemente famoso “Martello delle streghe” (Malleus Maleficarum), secondo cui "il reo deve accusarsi da solo e se non lo fa volontariamente qualsiasi mezzo è lecito". Così l’Arcivescovo di Colonia arrivò a stabilire un Tariffario delle Torture che includeva quarantanove voci e i relativi prezzi che dovevano essere pagati al torturatore dalla famiglia della vittima.
Uno dei metodi giudicati infallibili era l’Ordalia Dell’Acqua: alla strega venivano legati insieme mani e piedi, di modo tale che fosse impossibile nuotare, quindi la si immergeva nell’acqua, spesso gelida: se avesse galleggiato, significava che era sicuramente una strega (l’acqua avrebbe ’rifiutato’ una creatura demoniaca); se andava a fondo invece era innocente… ma il più delle volte non si riusciva a salvarla in tempo. Peccato!

Questo volume, in particolare, risale al 1883, tempo in cui, per fortuna, molte di queste torture erano già passate di moda. Non mancano però casi come quello della fattucchiera Bellezza Orsini, della strega Faustina Orsi, delle sortiere (chi fa sortilegi) Porzia Perugina e Caterina Siciliana di cui vengono documentate le storie e i lunghi processi, avvenuti ancora nella metà del Cinquecento.
Un volumetto raro e prezioso che si aggiunge al catalogo delle ristampe anastatiche dell’editore di Sala Bolognese.