Studi manichei e catari
- Autore: Déodat Roché
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2006
Nella scuola italiana, dalle superiori all’università, si sorvola sul genocidio dei Catari, perpetrato lungo un secolo il tredicesimo in cui morirono un milione di persone in Occitania, una vasta regione comprendente Tolosa, il Sud francese, ma pure l’alta Italia. L’arena di Verona fu uno dei luoghi scelti per i roghi.
La crociata contro gli Albigesi Catari (da Albi, in Francia) viene solamente sfiorata. Bisogna rivolgersi alle ricerche degli studiosi francesi per ritrovare la verità storica e un passato prezioso, la radice del pensiero filosofico successivo e della letteratura occidentale mondiale, nata dalla poesia romanza dei trovatori. Dante, il "dolce stile novo", Firenze umanista ne sono diretta derivazione.
Lo splendido libro Studi manichei e catari di Déodat Roché (CambiaMenti editore, pp. 423, 2006) tradotto da Franco De Pascale, che alla prefazione aggiunge le note e il glossario, costituisce un apporto indispensabile per approcciarsi a questo “Pensiero Vivente”.
I Catari cristiani, fuori da ogni dogma chiesastica, percorrevano un cammino individuale, l’esperienza interiore passava attraverso la purificazione dalla materia e culminava nell’illuminazione, la discesa dello Spirito Santo nell’anima dell’iniziato, preceduta dalla confessione e ammenda delle sue colpe, perdonate. L’anziano poneva il libro (il Nuovo Testamento) sul suo capo e attraverso l’imposizione delle mani si compiva l’unico sacramento riconosciuto, il Consolamentum.
Nella cerimonia, svolta in una sala illuminata da molte torce, volte a significare il battesimo del fuoco istituito da Gesù Cristo, i bons hommes recitavano tutti insieme la formula latina:
Pater sancte, suscipe servum tuum in tua justitia et mitte gratiam tuam et spiritum sanctum tuum super eum. (Padre santo, accogli il tuo servitore nella tua giustizia e poni la tua grazia e il tuo Spirito Santo su di lui). Se era una donna: "Pater sancte, suscipe ancillam tuam... super eam.
Quindi veniva recitato il Pater Noster.
Nella comunità la donna godeva gli stessi diritti degli uomini, onorata quale simbolo dell’anima che si ricongiunge allo Spirito suo sposo nelle nozze mistiche.
Il nome Catari deriva dal greco kàtharsis, purificazione. La trinità umana composta di corpo, anima (la parte emozionale) e spirito (coscienza immortale) è essenziale per comprendere la religiosità del grande movimento, di derivazione manichea, che risplendette per oltre tre secoli, dal X al XIII in tutto il Mediterraneo, in Egitto, in Grecia, nel medio ed estremo Oriente, fino in Cina.
Anche la reincarnazione faceva parte della loro visione del mondo, religione della luce, “angelica intelligenza celeste del cuore”, attraverso la quale è possibile accedere alla visione diretta della super natura.
La reincarnazione fu bollata come eresia nel Concilio di Nicea (325 d. C.). L’uomo tripartito venne condannato nel Concilio di Costantinopoli (869d. C.).
Roché individua un filo di continuità tra Mani (secondo secolo), i Catari e l’attuale Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner, che conobbe personalmente e da cui ricevette conoscenze per la sua evoluzione. Lo studioso, tra una grande mole di ricerche e libri, fa riferimento particolare al Libro dei due principi, il bene e il male, ritrovato per caso nel 1939 dall’erudito Antoine Dondaine nella Biblioteca Nazionale di Firenze; trova affinità tra questo testo con il manoscritto del rituale e Nuovo Testamento, specie nel Vangelo di Giovanni, conservati a Lione, nella Biblioteca del Palazzo delle Arti..
Il dualismo bene/male, con tutte le gerarchie a esso connesse, per i Catari ma pure per Mani non è assoluto bensì temporaneo, essendo Cristo il Salvatore vincitore della morte. Il male non è diretta filiazione del Padre, è radicato nella hyle, materia primordiale caotica, da trasmutare nell’ordine e nella bellezza cosmica. I Bogomili, Catari di Bulgaria, travasati in Provenza attraverso l’Italia, ammettevano come primo figlio del Padre Satana.
La separazione di luce e tenebre è ontologica. I frammenti di luce catturati dalle tenebre sono le nostre anime prigioniere della materia, bisognose di redenzione. Ciascuno deve compierla da sé, con Cristo e lo Spirito Consolatore.
Il martirio finale dei Catari si concluse nel sacro castello di Montségur, su una delle cime dei Pirenei. Dopo la disfatta finale della terribile crociata, nel 1244 lì vennero arsi vivi 250 cristiani.
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