Sul dorso di un’oca. Il simbolismo iniziatico del Grande Gioco
- Autore: Roberta Borsani
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
63 caselle contrassegnate: ci sono numeri e ci sono simboli. Ci sono anche due dadi e le pedine, il resto lo farà quindi la buona o la cattiva sorte. Il gioco dell’oca è un gioco “di percorso” molto semplice, vince chi ha più fortuna dalla sua. Una lettura analitica può rivelarne contenuti finanche “perturbanti” ma stanno tutti nel sotto-testo della “figure” archetipiche evocate dalle caselle. Il gioco dell’oca può dunque assumersi come “innocuo” (nel senso di fine a se stesso) soltanto in apparenza. Già la dice lunga la sua struttura a spirale, claustrofobica. Se il Fato non ti assiste, prima o poi capita che ti ci perdi dentro e amen, fine della partita. La sfida è pensata per giocatori intrepidi, di quelli che non si arrendono e cercano di sfangarla ma accettano anche gli sgambetti o gli aiuti del destino. Un po’ come succede agli attraversatori della vita degni di tale nome. Il lancio dei dadi, il cammino iniziatico, il transito (se capita) dalle stazioni -archetipo di contingenze ontologiche: il Ponte (casella n.6), la Locanda (casella n. 19), il Pozzo (casella n. 31), la Prigione (casella n. 52), Il Labirinto (casella n. 42) la Morte (casella n. 58). Chi vince torna a casa (a una metafisica casa del Padre?), come tornavano a casa i viandanti sfiorati da una buona stella: sul dorso di un’oca. Si intitola così il saggio che Roberta Borsani dedica ai significati meta-ludici dell’antico gioco da tavolo “Sul dorso di un’oca. Il simbolismo iniziatico del Grande Gioco” (Moretti & Vitali, 2015).
Un excursus (nel senso letterale del termine, dal latino excurrĕre, correre fuori, fare una sortita) tra archetipi fiabeschi, simboli cristologici, narrazioni magiche e altre letterarie, in grado di approssimare - forse più di quanto ci piaccia - il gioco dell’oca ai giochi “ilinx”, i giochi che danno vertigine, fisica o psichica, secondo la definizione di Roger Callois, ripresa dall’autrice a pag. 83. Per i brividi sulla schiena, ovvio che occorre procedere per sospensione di credulità e non fermarsi alle sole apparenze: Roberta Borsani ci riesce conferendo valore aggiunto al percorso ispirato al cammino dell’oca, animale incarnante a sua volta un antico valore simbolico. Come scrive l’autrice, a pagina 15:
“l’oca, nelle tradizioni nordiche, è appunto un animale totemico, a dorso del quale viaggiano sciamani, fanciulli predestinati alla gloria, e talvolta anche streghe (…) Letto in controluce il Gioco dell’Oca può insegnare cose profonde, segreti dell’arte del viaggio, quello grande che porta fin nelle valli oscure della morte senza smarrire la luce del ritorno – anch’esso grande ritorno – all’Uno”
Mi sembra che lo stralcio analitico riveli abbastanza anche del fine e della portata di un libro colto e assai piacevole.
Sul dorso di un'oca. Il simbolismo iniziatico del Grande Gioco
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