Nella vita il canto delle sirene del materialismo ci irretisce, ci ammalia spesso. L’imperativo è quello di divertirsi sempre più perché si muore, siamo materia e la vita passa in fretta: non si può diventare anziani senza mai essere stati giovani; finisce così che la giovinezza viene prolungata, viene protratta troppo a lungo. Finisce che ci definiamo “ragazzi” anche a più di cinquant’anni. Difficile trovare un equilibrio tra spirito e materia. Spesso lo si raggiunge con la maturità quando la carne è meno debole e il desiderio fisico si è ormai attenuato oppure nella malattia, nell’approssimarsi della morte.
Materialismo o spiritualità?
Religiosamente in Occidente c’è sempre stato un aut aut tra spiritualità e materialismo, inutile negarlo. Secondo il cattolicesimo la carnalità è peccato, sporca l’anima e quindi per alcuni religiosi va mortificata. Oppure si può essere carnali per poi pentirsi e ritornare a capo chino come pecorelle smarrite all’ovile. Per vivere pienamente dovremmo essere carnali e spirituali allo stesso tempo, ma le due cose fin dall’infanzia ci vengono presentate come mutuamente esclusive: la scelta è impietosa.
In Occidente lo spirito disprezza la materia o viceversa: spirito e materia non possono andare d’accordo, non vanno bene insieme, ma questo aspetto è presente anche in altre parti del mondo.
Materialismo e spiritualità sono considerate due concezioni della vita e del mondo inconciliabili. Così da alcuni veniamo ritenuti degli incoerenti se cerchiamo di far coesistere questi due aspetti. Accade di conseguenza che non viviamo pienamente i piaceri della carne, né le piccole gioie dello spirito.
Molti imboccano la strada del materialismo perché è quella della maggioranza, quella più facile e più appagante. Il materialismo è piacere fisico, leggerezza, conformismo. Come non cedere a queste lusinghe? Viene ritenuto più conveniente scegliere il piacere certo dell’effimero a un’incerta beatitudine dello spirito.
Da dove deriva il materialismo?
Il materialismo deriva innanzitutto dal nichilismo occidentale e lo stesso materialismo causa altro nichilismo in un circolo vizioso incessante. Se per il cattolicesimo la materia, la carne sono fonte di peccato, per i materialisti lo spirito è inesistente o quantomeno indimostrabile e quindi si comportano di conseguenza. Che qualcosa non esista o che di qualcosa non possiamo avere riscontro oggettivo della sua esistenza per noi uomini contemporanei è lo stesso. Noi vogliamo le prove! Le prove dello spirito non le abbiamo, così eleggiamo a idea di base della nostra cultura la materia. Così il materialismo diventa la nostra ideologia. Non possiamo sottrarci a questa nostra ossessione. Galileo, Bacone, Cartesio hanno avuto la meglio. La ragione ha vinto sulla fede. La scommessa di Pascal si basa sull’utilità attesa, ma oggi nessuno vuole attendere: si vuole il godimento immediato qui e ora.
Finiamo così in un cul de sac. Alcuni non riconoscono nemmeno questo stato di cose, perché tutto ciò non è comunque così evidente e così esplicito. Le vie che portano all’essenza, come le definiva Battiato, sono molto più impegnative, più ardue e richiedono sacrifici, rinunce, rimpianti, ripensamenti, ricadute.
Il materialismo in scienza e neuroscienza
A proposito di essenza, potremmo affermare che la vera essenza della nostra società è la materia, prima di tutto per la mentalità scientista dominante. Non tutto il materialismo però è da condannare! Il materialismo storico è stato fondamentale per lo studio delle condizioni economiche delle classi sociali disagiate e il miglioramento delle condizioni lavorative.
Anche il riduzionismo, il localizionismo, il determinismo biologico hanno dato il loro contributo alla medicina; così come il fisicalismo e la matematizzazione hanno dato un notevole apporto a tutte le scienze.
Senza il materialismo non ci sarebbe stato probabilmente il progresso scientifico occidentale e attualmente la scienza è diventata un fondamento del materialismo. Persino gran parte della psicologia è materialista.
Nelle neuroscienze la mente è solo il prodotto del cervello. Anche il pensiero, le idee sono frutto della materia. E se però la materia fosse una sola creazione del pensiero e dello spirito?
Potrebbe essere e invece non prendiamo seriamente in considerazione questa ipotesi. Uno dei problemi della società occidentale è il predominio del materialismo e l’eclissi dello spirito. Non c’è spazio per lo spirito. Se dello spirito non c’è prova oggettiva, tutta la spiritualità diventa un’illusione qui da noi in Occidente. Se in Oriente la realtà è illusione, in Occidente lo spirito è illusione e tutto è immanenza, niente è impermanente.
Per spiritualità non va intesa solo la preghiera ma anche la meditazione, la contemplazione della natura, la riflessione culturale, la creatività artistica. Sono tutti aspetti sempre più marginali o comunque marginalizzati, che sono passati in ultimo piano.
Chi pratica queste attività è considerato un sognatore nel migliore dei casi o una persona che non sa godersi la vita e quindi da compatire. Ha vinto Epicuro, hanno vinto le res extensa!
Consumismo e materialismo
C’è un legame tra materialismo e consumismo? Qual è la causa e qual è l’effetto? Qual è l’epifenomeno? Potremmo sostenere che il materialismo è al contempo sia causa che effetto.
Potremmo affermare che il materialismo è condizione necessaria del consumismo, perché si consuma solo ciò che è deperibile, ciò che è materia. Alla base di tutto il consumismo capitalista c’è l’idea che la materia può essere consumata, sostituita, comprata, mentre invece lo spirito no. Quindi l’esistenza dello spirito ostacola il consumismo.
Le esigenze di mercato e produttive non prevedono lo spirito, che ostacola il consumismo. La spiritualità viene quindi vista come qualcosa che può inceppare l’intero sistema. E che ne sarebbe poi se tutti impiegassero il loro tempo a essere spirituali invece che a produrre e consumare?
Il consumismo nasce soprattutto dal materialismo e ora quest’ultimo è diventato mezzo, strumento del consumismo. Il consumismo ha finito per inglobare il materialismo. L’uomo deve produrre e consumare prodotti, finendo per diventare lui stesso “un prodotto”.
Il materialismo oggi: l’uomo è diventato un prodotto?
Arriviamo così all’apice del materialismo: siamo oggetti che trattano gli altri come oggetti. Siamo cose tra le cose. Ogni uomo è una cosa. Le cose più preziose economicamente acquisiscono più importanza di molti di noi. Il mondo, come lo intendeva Karl Marx, altro non è che “il sogno di una cosa”. Riassumendo: la scienza ci dice che siamo solo materia e non c’è prova dello spirito, il consumismo e il capitalismo sfruttano economicamente la materia. La materia viene mercificata; tutto e tutti diventano “merce”.
Ma, prima o poi, nell’arco di tutte le vite spuntano nei momenti di crisi le esigenze spirituali, a lungo rimosse, occultate. Se noi non possiamo credere in un Dio immateriale e se tutto è materia, allora come considerare il vuoto nell’universo? La frase chiave de Il piccolo principe: L’essenziale è invisibile agli occhi rimbomba nella testa.
Siamo un’infinitesima parte del Tutto e come può un’infinitesima parte capire il Tutto?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sul materialismo occidentale: da Epicuro a Marx
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