Surviving Odissea. Storia di un’estate straordinaria di Manuela Furnari

C’è sempre un motivo che ti spinge a scegliere un libro. Nel caso di Surviving Odissea. Storia di un’estate straordinaria, edito da Echos, i motivi inizialmente sono stati in realtà due: la copertina – di cui dirò dopo- e il nome dell’autrice, Manuela Furnari, conosciuta dagli appassionati di Paolo Conte.
Manuela Furnari, studiosa e saggista, è infatti nota tra i fedelissimi per avere scritto, e presentato più volte con lo stesso Maestro, due tra i più importanti testi su Paolo Conte: Prima la musica, edito da Il Saggiatore, e Quando correva il Novecento, saggio che costituisce la seconda parte di Razmataz, pubblicato da Feltrinelli.
Sua è anche la firma del programma di sala del Teatro alla Scala di Milano in occasione del concerto-evento a febbraio di Conte.
Ma in Surviving Odissea. Storia di un’estate straordinaria Manuela Furnari abbandona i panni da saggista e indossa quelli di scrittrice per ragazzi. E lo fa con tutta l’esperienza che le deriva anche dall’altra sua attività: il “mestiere” di insegnante. Docente di scuola secondaria di primo grado, Manuela Furnari scrive pensando ai ragazzi (il libro è consigliato dagli 11 ai 14 anni), ma, occorre dirlo subito: il libro è una piacevolissima lettura anche per adulti, insegnanti e genitori.

Perché? Perché Surviving Odissea è uno di quei libri che si leggono tutto d’un fiato, con uno stile che sa sapientemente alternare momenti di suspense a momenti lirici, e con una storia capace di inchiodare anche il lettore meno esperto.
O meglio, nel libro le storie sono in realtà due. La prima è la storia di Jack, Zac e Alice, tre compagni di scuola, molto diversi tra loro, alle prese con la loro quotidianità di ragazzi di oggi.
La seconda è la storia di tutti i tempi: l’Odissea, riscritta da Manuela Furnari con un attento lavoro di ricerca lessicale e di fedeltà al testo omerico, e – ed è qui che viene fuori il suo mestiere di insegnante - con una estrema naturalezza.
In un continuo crescendo emotivo, le due storie storie si intrecciano per tutto il libro, a cui si aggiungono i giochi linguistici, i rebus, i codici in greco antico da decifrare.

In modo originale, Manuela Furnari riesce a unire piani di lettura differenti e, nello stesso tempo, perfettamente amalgamati: un modo diverso di leggere o ri-leggere
l’Odissea, di vivere o ri-vivere le emozioni, le paure, le sfide, il desiderio di crescere di un’età così bella e complicata qual è la prima adolescenza; infine, attraverso il piacere del gioco e del mistero, riuscire a mettersi alla prova e scoprire curiosità legate alla storia e alla mitologia.

Il libro è inoltre illustrato da Gregorio Furnari, giovane artista, le cui tavole a china, colorate per la parte dell’Odissea e in bianco e nero per i giochi, colpiscono per il suo tratto particolare e la sua rilettura molto suggestiva del mito.
La copertina, si diceva all’inizio: disegnata da Gregorio, in primo piano campeggia il profilo di Ulisse che, con la mano tesa sulla fronte, osserva l’orizzonte; dietro al volto di Ulisse, su uno sfondo azzurro intenso, si staglia il profilo nero di un altro volto, forse quello di Penelope, o forse no.
E allora ti viene da pensare quanto scriveva Jorge Luis Borges a proposito di quell’uomo che si era prefissato il compito di disegnare il mondo, per scoprire, poi, alla fine, che quel paziente labirinto di linee che aveva tracciato non era che l’immagine del proprio volto.

Ed è questo che Surviving Odissea. Storia di un’estate straordinaria sa silenziosamente e meravigliosamente cogliere: perché sì, nella straordinaria avventura che è il leggere, nelle labirintiche, più antiche e mitiche storie, si scopre e si ritrova sé stessi.