Tango Teheran di Ermanno Felli

Leggere il titolo del romanzo “Tango Teheran” di Ermanno Felli suggerisce un certo ritmo, come se la danza accompagnasse l’andamento dell’allitterazione che scandisce le due parole.
Tango. Una forma mentis, un modo di concepire la vita, un pensare che condiziona l’agire non soltanto in pista, essendo un’alta forma di comunicazione.

L’esistenza del protagonista, Gabriel, poliziotto newyorkese dalla situazione coniugale insoddisfacente, viene all’improvviso travolta e stravolta da una forza diversa, da una cadenza sconosciuta in cui la passione si intreccia alle note e le figure costituite dalle movenze dei ballerini si rivelano nel loro significato intrinseco, sovrapponendosi alle personali volizioni e con esse identificandosi.
Sareh, la donna iraniana del tango, capace di trascinare Gabriel in una realtà non solo musicale ma pregna di risvolti sociali nuovi, è una figura contrapposta a Danielle, la moglie borghese e snob, che troppo tardi assaporerà l’amarezza del proprio distorto amare. Lo sfaldamento della coppia, complice anche la presenza dell’ingombrante genitore che pilota le scelte della figlia, inizia già quando Gabriel, sedotto dal tango, “tradisce” la propria donna con quella danza che sarà rivelatrice, mezzo e fine di un percorso di arte e di vita.

La scrittura dell’autore è visiva, cinematografica, efficace nel condurre il lettore all’interno di una trama in cui l’amore si respira denso e persistente come un profumo, fino al momento della propria inevitabile, e in fondo presagita, epifania.
Ermanno Felli è un ballerino di tango e lo si avverte da subito, come se l’essenza che lo pervade impregnasse ogni parola del suo scrivere scorrevole, curato e descrittivo sia nei confronti di ogni dato empirico che di ogni risvolto emotivo, attraverso una prosa capace in ogni scena di coinvolgere. Si muove agile anche nel linguaggio, forte della propria attitudine alla scrittura forgiata dagli studi umanistici.
Il parallelo tra Occidente e Medio Oriente, in cui gli eventi si collocano, è quanto mai attuale e il sogno di ballare un tango proibito a Teheran, che guida Sareh, finirà per coinvolgere Gabriel, sempre più attratto dalla carismatica forza della giovane, portando entrambi verso un finale aperto giacché l’amore, transitando dalla potenza all’atto, sembra uscire dal romanzo stesso.
Rimane, come una nota di amaro retrogusto, l’immagine in dissolvenza di Danielle, attrice ormai estranea, cristallizzata nel ruolo di personificazione di un rimpianto.