Tende all’interno ogni sospensione
- Autore: Raffaella Belli
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
Come possiamo chiedere aiuto a una poesia? In modo più esteso e scolastico se lo è chiesto anche chi ha preparato alcune tracce della Maturità 2024 e le risposte possono essere molteplici.
La poesia come protesta, contro le brutture del potere politico ed economico, per consolarci della nostra finitudine, per dare un minimo di senso alle guerre e alle devastazioni. Ma alla fine conta il nome: Leopardi, Ungaretti, D’Annunzio non hanno bisogno di presentazioni, sappiamo alcune loro poesie a memoria, ci aiutano nella comprensione di un pianeta sempre più inospitale, per trovare conferme che niente è ancora perduto se L’infinito di Leopardi è ancora fisso nella nostra memoria. Ma la poesia contemporanea, invece, di poeti ancora sconosciuti a che serve?
Per i problemi impellenti di morte e devastazione, teoricamente a niente, meglio un bicchiere di acqua fresca. Ma ci sono fili sotterranei che collegano queste nuove poesie a quelle che ormai sappiamo a memoria.
Raffaella Belli che mette il suo titolo in caratteri maiuscoli TENDE ALL’ETERNO OGNI SOSPENSIONE (Il Simbolo, 2024, prefazione di Elio Pecora).
Se le prime poesie presentano una prima parte dal titolo Luce in canto e hanno un filone esistenziale creaturale, non manca certo una linea di ossessione per tutto ciò che riguarda l’acqua, il mare:
Non un istante si posa / l’acqua del mare, / né s’arresta l’indagine / d’impazienti sguardi. / Il suono inudibile del sole / colloca la struttura dei moti. / Io riposo nel pensiero. / Rifletto increspature di luce.
O acqua dal cielo: Desiderare l’acqua di pioggia. / Carezzare l’ignoto impeto.
/ Dischiudere sguardi imprudenti. / Ma delicato è il solo sfiorare, / gustare gioia fragrante.
Il mare, la spuma delle onde, l’oceano sembrano sempre presenti nelle poesie della Belli, come se l’acqua avesse contenuti messianici, cristiani.
Ma nella seconda parte della raccolta di poesie dal titolo Pietre in limine. Lapislazzuli, la poesia della Belli si fa più estrema e materica.
L’acqua è presente anche in questa parte seconda, ma solo come collegamento tra roccia e disagio del vivere:
Tratteggia graffiti/ l’ imperturbabile disputa / tra rocce e cascate. / L’attesa di giungere / nel luogo che non c’è / è l’unico tempo percepito. / La lettura dei sogni / è ancora lingua sconosciuta. La terza parte della raccolta di poesie dal titolo Astrali Rimembranze sembra quasi che l’autrice, Raffaella Belli, si rivolga a parole di pietra, a meteoriti non ancora caduti, a una visione omerica dove gli Achei sono tutti morti: L’inviolata voce / modula variazioni inudibili , sfuma in lontananze sferiche / e a me torna / colma di creato, / di luce tersa rivelata / Narra di ciò che ho vissuto.
Il prefatore Elio Pecora, poeta di grande sensibilità, sul mondo della Belli scrive una considerazione che chi scrive si sente di avallare:
"Così vasto e intenso è il suo desiderio di luce e di armonia che pure nella pena più fonda non si sottrae al ritmo della Terra, al canto della vita. Ed è in questa ondulante sapienza, la misura raggiunta, il possibile traguardo".
E purtroppo se le poesie non diventano indelebili, nella mente e nel cuore, continueremo a ripeterci a memoria quelle di Giacomo Leopardi o di Giuseppe Ungaretti.
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