The dark side of the moon. Viaggio nell’identità dei Pink Floyd
- Autore: Marco Bracci
- Genere: Musica
- Anno di pubblicazione: 2013
In “The dark side of the moon” il fantasma di Syd Barret aleggia nelle declinazioni della follia (la title track) e dell’assenza (“Wish you were here”). Nel 1973 il “diamante pazzo” è stato appena estromesso dal gruppo (gli è subentrato David Gilmour) e il resto dei Pink Floyd deve fare i conti coi sensi di colpa (Roger Waters in particolare) e le tentazioni di svolta, anche, soprattutto, creativo-musicale. Anche in tal senso “The dark side of the moon” è un album spartiacque, un album chiaroscurale ma già proiettato verso un futuro mainstream, un mix di ingredienti meno criptici rispetto a quelli barretyani e dunque più “lati”, buoni per tutti i gusti: melodia rock, onirismi, orizzonti psichedelici, richiami soul-blueseggianti, effetti speciali, e il long seller è bello che servito. Dixit Roger Waters, firmatario di tutti i testi dell’album:
“Noi tutti combattiamo piccole battaglie tra il positivo e il negativo nelle nostre vite quotidiane, e io sono ossessionato dalla verità e da quanto la futile corsa per le cose materiali oscuri il nostro cammino verso un’esistenza. Ecco di cosa parla ‘The dark side of the moon’”.
Ciò detto, la storia è che il disco diventa long seller in un fiat e lo diventa sotto qualunque latitudine, fino a oggi: quarant’anni portati alla grande, a dispetto del tempo e all’insegna della leggenda Pink Floyd. Il libro che il sociologo della comunicazione Marco Bracci dedica al long playing (“The dark side of the moon. Viaggio nell’identità dei Pink Floyd”, Aereostella, 2013) si presenta come un saggio stratificato-sfaccettato: una ricognizione ad ampio raggio sul disco, con diverse divagazioni sul tanto che gli ha gravitato attorno. In termini di contesto socio-culturale, di dibattimenti interiori, di lavorazione, di itinerari, insomma, fuori/dentro il lato oscuro delle lune della band. Per ribadire il concetto in pillole, con le parole dello stesso autore:
“Attraverso un’osservazione di carattere sociologico basata sulle lyrics ma non solo, l’album viene ripercorso, traccia dopo traccia, per comprendere quanto il viaggio dell’identità narrato in musica sia anche quello che la band compie, forse nel suo massimo sforzo d’insieme”.
E difatti tant’è: lo sguardo del sociologo si avverte come sguardo ulteriore (sguardo “altro” e diverso) rispetto a quello - sovente da appassionato - del giornalista musicale, il libro se ne avvale, per un excursus trasversale, molto giocato sul tema dell’identità (artistica, umana, sociale). Un lavoro sotto diversi aspetti (tutti positivi) meta-musicale. Analitico serio, a diversi strati, un ennesimo tassello qualitativo della collana “Itinerari musicali” di Aereostella.
The dark side of the moon. Viaggio nell'identità dei Pink Floyd
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