Ti aspetterò
- Autore: Elisabeth Enfield
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2019
Il titolo originale inglese di Ti aspetterò di Elisabeth Enfield (Garzanti, 2019, traduzione di Elisabetta Valdrè) è Ivy and Abe e la traduzione italiana non gli fa giustizia. Un romanzo originale che, per i cinefili, ricorda un po’ Sliding doors, ma ne amplia i confini.
L’Io narrante è Ivy, una donna inconsciamente presente nel multiverso (dimensioni parallele alla nostra, ipotizzate per la prima volta da Hugh Everett nel 1957, con l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica). L’incipit, ambientato in un futuro 2026, ci mostra la protagonista ormai settantenne che incontra il suo primo amico d’infanzia: Abe, appunto. Quella che più di sessant’anni prima era stata un’amicizia fra due coetanei di dieci anni, si capisce essere stato un legame ben più forte dello spazio e del tempo. I due si riconoscono immediatamente, si amano e si sposano. Poi, in una regressione temporale, assistiamo a tutti i possibili passati, alle alternative di vita che le due anime avrebbero potuto sperimentare, alle occasioni mancate, a quelle colte, agli incontri casuali.
Ogni capitolo è preceduto da una breve citazione: Hawking, Capra, Jones, Pullman, Rushdie, Platone, Sagan, Mandel, Borges, eccetera che fanno da contrappunto alle diverse interpretazioni di possibili realtà alternative. In un passo si fa addirittura cenno all’ entanglement, ossia al fenomeno fisico secondo cui esistono alcune particelle che rimangono indissolubilmente legate, anche se separate alla nascita: l’una, ancorché lontana anni luce, subisce sempre l’immediato destino dell’altra. Ed è questa la storia di Ivy ed Abe: due particelle nell’inspiegabile infinito della realtà che saranno sempre unite dal fil rouge dell’amore. Le due metà della mela.
Alla fine, in quel percorso di vita che ognuno di noi sperimenta, dove l’importante non è la meta ma il viaggio, ci piace pensare che tutte quelle “coincidenze” che ci sono capitate siano l’eco dell’unione con la nostra personale Eva o il nostro personale Adamo, se non in questo universo e in questo tempo, in un altro in cui ci siamo sentiti veramente “completi”.
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