Tra la perduta gente
- Autore: Umberto Zanotti Bianco
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rubbettino
Tra la perduta gente è una raccolta di impressioni di viaggi nel cuore dei Sud da cui si capisce che Umberto Zanotti Bianco è stato un uomo straordinario, per cultura, sensibilità, spessore umano. Nato a Creta nel 1889, da padre piemontese e madre inglese, ha speso a sua vita al servizio dei popoli che soffrivano. Ha senso, oggi più che mai, ricordare questa figura di “missionario laico”, perché è stato capace di interessarsi delle miserrime condizioni degli uomini. Accorso per dare una mano d’aiuto a Reggio Calabria del 1908, ha lavorato perché le condizioni umane e sociali degli ultimi del Sud potessero risollevarsi. Instancabile, generoso, riuscì, nonostante l’avversione del regime fascista (che tra il 1910 e il 1928 gli impedì di vivere in Calabria), a creare in questa terra asili per bambini, scuole, biblioteche popolari,ecc. Favorì la commercializzazione dei prodotti meridionali all’estero e diede vita, con altri straordinari uomini (Gaetano Salvemini, Giuseppe Lombardo Radice, Giustino Fortunato, ecc.), all’Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia. Fondò, tra l’altro, la società “Magna Grecia” per finanziare campagne di scavo archeologico a fianco del grande Soprintendente Paolo Orsi. Instancabile, indomito, fu presidente della Croce Rossa Italiana e di Italia Nostra, che contribuì a fondare.
Con questo libro Zanotti Bianco rivela anche la sua straordinaria capacità narrativa che si plasma agli eventi, fa parlare gli uomini con la loro lingua. Introduce il vernacolo per documentare meglio il racconto, renderlo più vivido e, nel frattempo, autentico. Lui, uomo del nord, poliglotta, riesce a cogliere le sfumature del dialetto delle varie zone di Calabria, addirittura capisce il senso profondo del linguaggio dei segni che derivano dal portamento, dal modo di indossare e dalla qualità degli abiti, da smorfie e tratti del viso. Non Esprime giudizio morale. È troppo nobile il suo sentire. Riesce, in tempi in cui il tradimento coniugale era punito col sangue, ad esprimere un parere in merito ad un presunto delitto d’onore:
«Purtroppo qui basta parlare di onore per poter trucidare qualcuno come un animale (...). Il mondo è abbastanza largo – dissi senza speranza di convincere alcuno – per contenere due persone che si sono amate e che non s’intendono più».
La sua generosità lo spinse in Aspromonte, sul Volga, tra i profughi Armeni, ad Africo. Gli episodi narrati sono molteplici e tutti straordinariamente affascinanti per la carica di intelligenza che ha sempre sostenuto la sua umanità e gli ha consentito di sfaldare stratificazioni di prepotenze accumulatesi a danno degli umili. Il suo animo nobile sa cogliere, sotto la crosta della miseria umana e sociale, le tracce indelebili della Storia e il valore del paesaggio del Sud. Zanotti Bianco scrive, verso la fine del racconto “Tra la perduta gente- Africo”, proprio con riferimento a quei luoghi:
«Cerco invano di addormentarmi per non morire di melanconia: cerco invano un perché a tanto penare, una giustificazione, uno scopo, a tanta assenza di bene: cerco invano di esaltarmi sognando la freschezza mattutina del mondo avvenire, pensando alla potenza dell’amore che saprà un giorno raggiungere anche questo angolo obliato della terra; ma le esalazioni di questa miserabile vita malata e dolorante mi uccidono il sonno».
Tra la perduta gente
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