Traditori di Ed McBain

“Ma questa è una città parecchio dura, credimi.” (Pag. 113)

Traditori (Mondadori, Milano, Giugno 2008) è l’ultimo romanzo di Ed McBain, morto nello stesso anno.
L’87° distretto è un duplice spaccato di vita.
Una pluralità di umanità all’interno della stazione di polizia.
Fuori abbiamo un’esistenza micidiale, falcidiata da feroce cattiveria e pazzia.
Traditori si dipana in cinque direzioni, staccate, con indagini diverse. Alla fine tutte arrivano a un’unica conclusione, un mondo crudele:

“Ti rendi conto che in Iraq ci sono ragazzi che muoiono e che qui non potrebbero bere alcolici?” (Pag. 80)

La città è tremenda ma gli agenti del distretto si muovono fra strade, locali, visite nelle abitazione di testimoni.
Una città vera, come tante metropoli del mondo, con dei poliziotti che hanno la propria vita, una casa, una moglie, dei figli e i conseguenti problemi.

Se da una parte la grande città produce violenza in quantità industriali, lo scrittore Ed McBain usa rispondere con un linguaggio non aggressivo, quasi gentile, ci consente di vivere la tensione investigativa con calma, senza agitarsi e senza dimenticare i tratti umani, salienti nei suoi romanzi.
I tanti caratteri formano un romanzo corale, con molteplici personaggi normali. Lo scrittore utilizza molti brevi capitoli e dialoghi interrotti. Durante le conversazioni è comune un retropensiero:

“La donna aveva raccontato agli agenti che aveva risposto alla chiamata del Signore vent’anni prima … I due detective della Omicidi stavano immaginando come dovesse essere senza abiti addosso. Ollie stava pensando la stessa cosa.” (Pag. 116)

La conclusione è un crocevia delle miserie umane sopportate in questi tempi.
Non c’è nulla di falso.

Impeccabile è l’ironia dello scrittore, sono frecciate cattive ma divertenti e sociali:

“A dire la verità, l’età delle vittime rendeva il caso quasi noioso. Un po’ come vedere Woody Allen che bacia una bella ragazza bionda in uno dei suoi film.” (Pag. 122)

“Erano inoltre tutti d’accordo sul fatto che gran parte dei serial killer sono maschi bianchi di età compresa tra i venti e i trent’anni, descrizione che si adattava a metà degli agenti di borsa.” (Pag. 123)