Trash Europeo
- Autore: Ulf Peter Hallberg
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2013
“Trash Europeo” è il modo che Ulf Peter Hallberg ha scelto per ricordare il padre. Un uomo che ha cresciuto il figlio nel culto delle cose belle, un uomo lontano dalle questione pratiche della vita e che ogni giorno leggeva tutti i giornali del Nord, ritagliava e catalogava gli articoli per lui di maggior interesse, principalmente recensioni letterarie, cinematografiche e di esposizioni d’arte. Nella sua personale ricerca del bello il padre dell’autore frequenta tutti i mercatini delle pulci riportando a casa quello che il suo magro budget gli consente di collezionare, con una particolare predilezione per gli oggetti caratterizzanti dell‘800, epoca d’oro per la Svezia e che rappresenta il suo tempo perduto.
Ed è con questa collezione oltre che con l’educazione ricevuta che Peter Hallberg fa i conti, una volta morto quest’uomo che gli ha insegnato sì ad apprezzare l’arte, la Cultura con la “C” maiuscola ma che, allo stesso tempo, per soddisfare la sua ricerca, ha imposto alla famiglia una vita caratterizzata da ristrettezze economiche e appesa all’unico lavoro della madre.
Il ricordo del padre si dipana in 14 brevi racconti, quasi degli appunti, di tanto in tanto inframmezzati con riflessioni tratte dai taccuini del padre, ritrovati sulla scrivania dove un incessante lavorio di forbici ne caratterizzava in altri tempi la presenza.
Questi brevi appunti sono frammentati, senza un filo logico conduttore, oserei dire note sparse, che in alcuni casi lasciano il lettore senza alcun punto di riferimento e con l’impressione che quanto scritto sia unicamente fine a sé stesso, quasi un esercizio di stile. Vi sono pagine molto belle, vere, sentite, altre che si inseriscono in un discorso come un intervento a gamba tesa che spazza via definitivamente quanto si stava raccontando.
In postfazione viene evidenziato come questo modus narrandi sia la cifra stilistica di questo autore ma non posso non esimermi da pensare che non sempre raggiunge l’obiettivo che si propone e, soprattutto, non sempre conquista il lettore. Lo dico un poco dispiaciuta perché alla presentazione del libro ho avuto modo di ascoltarlo e comprendere bene le sue ragioni, cosa voleva trasmettere e, paradossalmente, il suo racconto orale rendeva di più la vita di quest’uomo, suo padre, che aveva consacrato tutta l’esistenza a un ideale di bellezza e alla sua catalogazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Trash Europeo
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