Tre tazze di tè di Greg Mortenson, David O. Relin

Qualche volta davanti a storie incredibili e commoventi, ci si sente in difetto per la mancanza di eroicità della propria vita. E’ quello che rischia di accadere al lettore di Tre tazze di tè, la storia vera di Greg Mortenson.

Infermiere per mestiere e alpinista per passione, durante una scalata del K2 Greg si perde e invece di tornare al campo base, accidentalmente finisce nel villaggio pakistano di Korphe, dove viene accolto e rimesso in forze dai suoi abitanti che lo trattano, per tutto il suo soggiorno, come un ospite d’onore. Qui scopre che il villaggio non possiede una scuola in muratura e che i bambini del villaggio usufruiscono tre volte a settimana di un maestro che impartisce loro lezioni all’aperto. La visione dei ragazzini che si riuniscono anche nei giorni di assenza del maestro, seduti per terra, senza l’aiuto di nessuno, per ripassare quello che hanno imparato, fa sorgere in Mortenson l’urgenza di portare una scuola a Korphe. Quella che sembra un’impresa impossibile si trasforma ben presto nell’obiettivo della sua vita, faticosamente raggiunto dopo due anni e così, dopo la scuola di Korphe, ne costruirà un’altra e un’altra ancora, fino ad allargare la sua rete scolastica a tutto il Pakistan e all’Afghanistan.

Nonostante tutti gli ostacoli, un rapimento da parte dei talebani, l’ostilità delle autorità religiose locali e dall’altra parte l’ostilità e le minacce di suoi compatrioti americani dopo l’11 settembre, la mancanza di fondi e il continuo rischio di fallimento, il nome di Mortenson riesce a diventare nel tempo sinonimo di salvezza per molti villaggi del Pakistan e dell’Afghanistan e si fa bandiera della convinzione secondo cui l’unico modo per combattere il terrorismo è garantire un’istruzione laica e imparziale, nel rispetto delle tradizioni di ciascun popolo e della sua religione.