Tretrecinque
- Autore: Ivano Fossati
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
“Senza quella chitarra la mia vita sarebbe stata differente, in fondo è l’astronave su cui ho viaggiato. Se Woody Guthrie a suo tempo scriveva sulla sua: ‘questa macchina uccide i fascisti’> io sulla tretrecinque avrei potuto metterci : ‘questa nave attraversa il tempo’.“
Tretrecinque (Einaudi, 2014) è il primo romanzo scritto da Ivano Fossati, uno dei cantautori poeta più amati. Un libro bellissimo, una storia appassionante impreziosita da tanta buona musica, che si legge tutta d’un fiato.
Vittorio Vincenti (Vic) racconta di sé e del suo amore per la chitarra, fin da quando era bambino. I suoi ricordi partono dalla scuola, siamo negli anni ’50, alla fine di settembre quando attendeva la corriera sugli argini dei campi fra Vercelli e Santhia per andarsi a iscrivere all’Avviamento professionale come voleva suo padre, che già lo vedeva elettrauto a lavoro nella sua officina. Il padre e lo zio Piero erano uomini abituati a pensare che la vita fosse solo lavoro. Vittorio viveva solo con il padre, la madre era morta alcuni anni prima, e conduceva una vita come tutti gli altri ragazzini: andava in bici, andava a scuola, diceva scemenze. Poi un giorno lo zio Piero gli mostrò una chitarra elettrica. L’aveva in casa perché era da riparare, era la chitarra di Angelo (per tutti Giulin) che suonava nei locali da ballo, ed era conosciuto da tutti in paese. Aveva trentacinque anni, vestiva sempre bene, tirato a lucido, distinto e piaceva molto alle donne.
“Mi era sembrato subito uno degli oggetto più attraenti su cui avessi posato gli occhi. Di mandolini e di fisarmoniche se ne vedevano in giro, specialmente giù in centro a Vercelli, nella vetrina di Gatti, ma quell’affare era qualcosa di molto diverso, qualcosa che sapeva di futuro. Ti saresti aspettato di sentir uscire le canzoni già belle e suonate. Luccicava di brillantini.. e le chiavette per accordare erano di ottone lucido.. che le conferivano un’aria spaziale e minacciosa.“
Fu la sua pagina di libro che si volta per sempre, per cui da quel momento non avrebbe più considerato altri strumenti se non la chitarra. Vittorio coltivava dentro il desiderio di impararla a suonare ma sapeva bene che la musica era una cosa astratta e lontana dal mondo di cose concrete nel quale viveva. Continuò quindi a studiare per gli anni a seguire che gli fecero conseguire il diploma. Nel mentre tra Giulin e il padre nacque un’amicizia che portò all’arrivo in casa del giradischi e della musica di Louis Armstrong e Duke Ellington. Era sempre Giulin a portare dischi nuovi. Con il diploma in tasca Vittorio trova lavoro a Torino e inizia a seguire le lezioni di chitarra su di una legnosa acustica Egmond Student, trovata a buon prezzo. L’ascolto della musica e le lezioni gli permetteranno di iniziare a suonare con le prime orchestrine nei fine settimana, negli anni in cui imperversavano due canzoni da ballo: Magic Moment e Summertime. Vittorio è bravo negli accordi e nei riff e con la sua 335 Gibson rossa viaggerà per il mondo, prima in Cornovaglia mentre spopolavano i Rolling Stones e poi negli Stati Uniti, amando donne che perderà e diventando padre ma dimenticando di esserlo. Un musicista errante, sempre in fuga ma segnato dall’amore per la musica e per la sua chitarra.
“Una notte, non mi ricordo dove, avevo attaccato un assolo e gli altri avevano smesso di accompagnarmi. Dalla tretrecinque niente più raffiche di note dure come pallottole, stavolta era uscita una melodia lenta, malinconica. La gente aveva smesso di ballare.. le luci dei generatori erano state spente .. me ne stavo dritto sul palco, in piedi nel buio, col mio vestito leggero di lino bianco che mi svolazzava appeso alle ossa e la tretrecinque al collo.. quelli che stavano subito sotto riuscivano a vedermi bene in faccia.. quel vecchio magro e spettinato che vedevano lì sopra alle loro teste, con quel vestito da pagliaccio, il tipo che aveva suonato tutta la notte per farli contenti, era Vic Vincenti, l’uomo leggero.“
Una storia piacevole e intensa, ben scritta e dalla lettura scorrevole. Vi è quasi una magia che si percepisce da parte dell’autore nel narrare di Vic: un uomo semplice, pacato, che lascia che tutto proceda nella sua vita senza fare resistenza perché sa bene Vic, che un pizzico di ironia e disincanto aiuta forse a vivere meglio. Da leggere!
Tretrecinque
Amazon.it: 17,57 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tretrecinque
Lascia il tuo commento
Bravo Ivano. Divertente lettura. Mi sono riconosciuto nel racconto, in particolare per la Gibson,che mi permetto di segnalare essere una 345 stereo: un po’ piu’ sofisticata della basica 335! ( cosi’ come apparso a "Che tempop che fa".
Di sicuro mancano le canzoni di Ivano ma il libro e’ gradevole e ben scritto. Leggerlo mi ha dato emozioni e mi ha fatto bene! Aspetto il secondo.
Ivano Fossati aveva desiderio di scrivere di se ... di narrarsi ...le sue canzoni ci appartengono già.