Tu ed io e altri racconti
- Autore: Andrej Donatovič Sinjavskij
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2023
Andrej Donatovič Sinjavskij (Mosca 1925-Parigi 1997) colpiva (scriveva) di sciabola e di fioretto. Per questo è stato intellettuale inviso all’URSS: prigioniero politico riuscì a sopravvivere a sette anni di gulag per attività antisovietica, e ad affermarsi all’estero come voce dissidente: uno degli scrittori più caustici dell’epoca, autore di testi di impronta grottesca, spigolosi, critici del sistema.
A partire dal 1959, i libri di Sinjavskij arrivarono clandestini in Occidente, firmati col nom de plume di Abram Terc. Poi emigrò a Parigi, dove divenne, ancor di più, simbolo del dissenso, insegnando letteratura russa alla Sorbona. Questo preambolo per dirla in sintesi sull’autore di Tu ed io e altri racconti (Voland 2023, traduzione di Benedetta Lazzaro) commedie umaine alla russa di impianto sarcastico e spaesante.
Sei racconti medio-lunghi – di cui uno, inedito in Italia – orbitanti intorno ai fili rossi della marginalità artistica, del peccato, del conflitto col sistema, e dell’isolamento che giocoforza ne deriva.
La pletora di artisti e artistoidi che affolla le storie di questa raccolta è, al contempo, portatrice di trasgressione e fallimento (creativo ed esistenziale). L’altra faccia dell’efficientismo sovietico. La miriade periferica del grande sogno socialista, di fatto accessibile solo per i supini al potere.
Gli anti-eroi del “circo” intellettuale di Sinjavskij sono dunque, per statuto ontologico, vocati al ridicolo o alla sconfitta: scrittori antitetici al patinatismo intellettuale. Poeti e poetastri. Grafomani. Egotici per via della vodka e dei sogni mancati. Beoni devoti alla bottiglia e agli esercizi contro la solitudine. La cifra caratterizzante l’intellettuale non in linea con le ragioni di stato. Controcanto al superomismo sovietico, di cui Sinjavskij è stato espressione pungente, al crocevia amarognolo di vissuto e fantasia.
La giornata era calda e soffocante. Viale Puskin era sempre più secco. Nell’aria aleggiava il respiro dell’imminente temporale. Questa mi piace. Devo ricordarmela, si può utilizzare (…) Con questa frase concluderò il romanzo Alla ricerca della gioia. La inserirò assolutamente, fosse anche nelle bozze. Grafomani (Dai racconti della mia vita)
In termini ulteriori: quando la narrativa interseca la vita: Andrej Sinjavskij è stato il professore saggio dalla vasta barba russa.
Intellettuale implacabile - per libri e per giornali -, focalizzato in primo luogo sul modo di fare letteratura dei suoi connazionali, e in secondo sul come invece andrebbe fatta.
Con altre parole: i racconti sghembi di Sinjavskij, i suoi saggi di critica letteraria e linguistica, polemizzano, tra serio e faceto, contro i canoni letterari della sua epoca, e l’oppressivo regime culturale sovietico che in fondo li dettava.
Restituite con efficacia dalla traduzione di Benedetta Lazzaro, le storie di questa raccolta si pongono dunque come paradigmatiche del tratto caustico e disancorato dal perbenismo imposto, con cui Sinjavskij si è espresso. Diventando con pieno merito epitome letteraria di dissenso. Vivaddio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tu ed io e altri racconti
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