Tutta colpa di un libro di Shelly King

“I libri non cambiano la vita alle persone: non è come si pensa di solito”.

Forse i libri non avranno questo potere però la Dragonfly Libri usati in Castro Street a Mountain View, nel cuore della Silicon Valley, rappresentava per la trentaquattrenne Maggie un rifugio, un’oasi di pace e serenità. La ragazza, “disoccupata e nubile”, licenziata dalla ArGoNet Software, amava trascorrere la maggior parte del suo tempo seduta su una poltrona sfondata piazzata nella vetrina della Dragonfly insieme a Hugo. Quest’ultimo, “stempiato e con una lunga coda”, proprietario della rivendita di libri usati fin dagli anni Ottanta, da un po’ di tempo era in competizione con l’Apollo Libri & Musica.
Corsie ampie e ben illuminate, libreria piena di volumi “virginali e intonsi” così diversi da quelli dalla Dragonfly “meno costosi e più consumati”. Inoltre i commessi dell’Apollo Libri & Musica, dalle polo tutte uguali, consultavano l’inventario accompagnando i clienti ai loro rispettivi volumi “come i cocchieri in livrea delle fiabe”.

Dragonfly era un grande ammasso di libri e un registratore di carta, eppure la gente continuava a venire chiedendo “elisir di carta e parole per alleviare le delusioni e rivivere le passioni sopite”. La stessa Maggie era una divoratrice di “romanzi rosa” scovati da Dragonfly, perché non si sapeva cosa si sarebbe trovato in questa magica libreria. Infatti quanto l’Apollo Libri & Musica era prevedibile come una lottizzazione progettata, tanto la Dragonfly era una città medievale senza mappa.

“Ogni giro regala qualcosa di inaspettato”.

Infatti Maggie, invitata a partecipare al Club di lettura dell’Associazione delle Dirigenti della Silicon Valley, che aveva scelto di leggere L’amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence, aveva ricevuto in regalo dal buon Hugo una copia rovinata di questo romanzo, il cui dorso mancava di rivestimento e sotto si vedevano i fili e la colla. Commossa e intenerita da questo libro così vetusto che conservava un certo fascino, Maggie aveva iniziato a sfogliarlo e aveva notato una data annotata “Aprile 1961” in cima alla prima pagina ingiallita. Non solo, lungo il frontespizio “un mosaico di frasi scritte a mano”, in un misto di corsivo e stampatello una calligrafia pratica ed elegante, che sembrava essere maschile, aveva redatto:

“L’amore trova per noi quel che non sappiamo di volere”.

Sotto quella frase ce n’era un’altra con una calligrafia diversa, lettere fluenti, piene e femminili:

“e io ti ho trovato qui”.

Il libro era stato il messaggero d’amore tra un uomo e una donna.

“Ehi? Io sono Henry. Chi sei tu?”.
“Ciao, Henry, io sono Catherine”.

Proseguendo nella lettura dei messaggi, che diventavano sempre più appassionati, Maggie si era resa conto di trovarsi di fronte a quelle parole che aveva letto tante volte nei “romanzi rosa” della Dragonfly ma queste erano parole reali usate da gente realmente vissuta.

“Chiunque fossero Henry e Catherine, erano sotto la mia protezione”.

Tutta colpa di un libro (titolo originale The Moment of Everything, traduzione di Roberta Scarabelli) è il romanzo di esordio di Shelly King dedicato “Alla mamma, che ha sempre detto che dovevo scrivere”, grazie al quale la scrittrice è stata proclamata dai librai autrice dell’anno.

Shelly King, nata e cresciuta in South Carolina che si è poi trasferita in California, dove ha lavorato per anni nella Silicon Valley e ora vive a Santa Cruz, ha trasferito sulla carta il suo grande amore per i libri e per le librerie indipendenti come la piccola ma orgogliosa Dragonfly. È stato il mancato acquisto di una bellissima edizione de L’amante di Lady Chatterley in una piccola libreria di Mountain View ad aver dato alla King l’ispirazione per scrivere Tutta colpa di un libro. Edito negli Stati Uniti nel settembre del 2014, venduto in 20 paesi, il volume è stato subito amato dai lettori conquistati da una storia romantica, perché le stesse “librerie sono creature romantiche. Ti seducono con i loro articoli e ti spezzano il cuore con i loro problemi”.