Tutti morimmo a stento, il Sessantotto di Fabrizio De André
- Autore: Claudio Sassi e Odoardo Semellini
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
“Tutti morimmo a stento - il Sessantotto di Fabrizio De André” è un saggio di 200 pagine sul disco di Fabrizio De André che ha visto la luce 50 anni fa sullo sfondo del contesto politico e culturale del ’68 nel nostro paese.
“Tutti morimmo a stento” è un’opera fondamentale nella storia della canzone e, in generale, della cultura italiana del secolo scorso. Gli autori Claudio Sassi e Odoardo Semellini ripercorrono la genesi del disco di Fabrizio De André dai primi provini alle registrazioni in studio, raccontando alcuni retroscena inediti, tra cui una versione diversa della “Ballata degli impiccati” e la storia dell’album registrato in lingua inglese e mai pubblicato.
Si parte con la presentazione del contesto storico, politico e sociale del 1968, anno in cui Fabrizio De André inizia a pensare a quello che possiamo definire il primo Concept Album della musica italiana, Tutti morimmo a stento, lavora ai testi di un programma televisivo per bambini, Gulliver e scrive i testi e produce il disco Senza Orario senza bandiera dei New Trolls. La scelta dei collaboratori, dal poeta paroliere Riccardo Mannerini al poliedirico Gian Piero Reverberi in qualità di autore delle musiche e direttore d’orchestra. Antonio Casetta, lungimirante fondatore della casa discografica Bluebell mette a disposizione un’orchestra di oltre 60 elementi per le registrazioni che si svolgono in un’afoso agosto romano.
Un insieme di personaggi che ruotano attorno a questo capolavoro, dall’ideatore della copertina Dante Bighi, ad Enza Sampò, che ospita De André in un o special televisivo a raccontare e interpretare i brani del nuovo album Tutti morimmo a stento.
Impreziosito dalle interviste a Gian Piero Reverberi, Cesare Romana, Ugo Mannerini, Simone Casetta, Enza Sampò, don Carlo Scaciga e da contributi di Raffaele Fiore e Brunetto Salvarani, questo libro è un piacevole e dettagliato racconto di tutto quello che ruota attorno al disco più famoso del 1968 italiano.
Fabrizio De André stesso lo raccontò così:
Non mi era possibile condensare nell’esiguo spazio di una canzone una concezione della vita e dell’Uomo maturata attraverso anni di esperienze umane ed artistiche. Mi incombeva di riassumere in un’unica composizione tutto quanto avevo cercato di dire nelle mie canzoni precedenti. Occorreva una forma compositiva di più ampio respiro, per questo mi sono rivolto alla struttura della “cantata”, un componimento a parti staccate, ma unite da un filo conduttore.
Tutti morimmo a stento. Il Sessantotto di Fabrizio De André
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