Tutto Pasolini
- Autore: Non disponibile
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2022
“Il potere è un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori.”
Pier Paolo Pasolini
L’interrogativo può suonare pleonastico ma discende dallo sgomento per i tempi “fascisti” che viviamo (senza accorgercene): cosa ne avrebbe detto Pier Paolo Pasolini di questa deriva? In che modo si sarebbe espresso in merito a questi anni disumanizzati, massificati, capitalisticizzati in peggio e nel peggiore dei modi? Con quali parole, attraverso chissà quali immagini, sarebbe riuscito a demistificare la mistificazione democratica in atto? Finanche il finale di partita — la sua morte, la sua immolazione, il suo massacro quasi cristologico — racconta di Pasolini il suo esprimersi controvento, la scomodità sociale. Comunista. Credente. Omosessuale. Controverso. Irredento. Che cosa avrebbe urlato con la sua vocina da ragazzo educato, che cosa avrebbe denunciato oggi Pasolini del nostro osceno post-umanesimo? Lui che sull’umanesimo aveva fondato la propria religione laica. Lui che nel milieu della contestazione studentesca — “da sinistra” — difende i poliziotti, figli di un proletariato in divisa. Lui che ne La ricotta manda a morire in croce un povero cristo in vece di Gesù Cristo. Lui destinato a essere e a rimanere sulla bocca di tutti. Le sue analisi sociali dividevano la nazione. L’intellettuale “frocio”. Il maitre à penser giustiziere della società dello sviluppo. Ne raccontava nei film. Ne scriveva nei romanzi e nei libri di poesia. L’artista militante da antologizzare.
Nei cento anni della nascita, Tutto Pasolini (Gremese 2022) gli rende grazie in veste e mole enciclopediche. Per lemmi. Per analisi. Per note critiche. Per ambiti di pertinenza. Dalla “A” di Accattone alla “Z” di Zigaina Giuseppe, l’amico fraterno, pittore fra i più importanti del Novecento italiano. In mezzo una copiosa sequela di tracce trasversali: le foto private e di scena, i luoghi dell’anima e quelli dei set, le frasi storiche sue e degli altri sul suo conto, la pittura, il coraggio critico, la lungimiranza “profetica” in cui si è declinato il suo genio, le disamine mirate di pasolinologi come Piero Spila, Roberto Chiesi, Silvana Cirillo, Jean Gili (che curano il volume), di tantissimi altri, divisi per competenza e comparti espressivi di P.P.P.
Tutto Pasolini (quasi 500 pagine alle quali riandare spesso) è un testo apologetico in modo intelligente-pertinente. Una partitura critica a più voci da cui si evincono l’attualità e la profondità del pensiero pasoliniano. A cominciare dall’acume marxista con cui denuncia le perversioni di un capitalismo già dagli anni Sessanta/Settanta sempre più inumano e connivente con la politica.
Come scrive Philippe Vilain nella sua prefazione al volume (Pasolini moderno):
“Tutti questi anni che hanno messo in scena la catastrofe, in assenza di Pasolini, ci spingono a chiederci che cosa, da una mutazione culturale all’altra, da quella degli anni Sessanta a quella dell’inizio del XXI secolo, avrebbe pensato lui, testimone del suo tempo, osservatore critico del mondo contemporaneo, poeta dell’eresia, teorico dell’arte e della letteratura, e quali romanzi, film o poesie avrebbe tratto da un ritorno così annunciato a una nuova forma di Preistoria, da una regressione capitalista che egli aveva così accuratamente profetizzato, e quand’anche ne avesse tratto qualcosa, se questa società, più politicante che politica, con questi governi manageriali e questi avvicendamenti imprenditoriali. Alla fine non lo avrebbero allontanato dalla Politica e portato a prendere le distanze da una società rumorosa e retorica, consumatrice di una semantica vuota, asettica, in cui il grido poetico delle lotte sociali sembra restare inascoltato”. (pag. 9)
Registro con orgoglio di parte che ciascuno degli studiosi chiamati a esprimersi sullo specifico pasoliniano per questo volume, non delude le aspettative e vale l’aggettivo nobile e salutare di “critico militante”. Un rimando elettivo all’acume critico di P. P. P. Un contrafforte ideale all’assalto subdolo alle coscienze perpetuato dal pensiero unico dominante del Capitale. Succede poche volte che un libro possa appellarsi come autenticamente necessario come questo Tutto Pasolini.
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