Tutto in ordine e al suo posto
- Autore: Brian Friel
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2017
È strano che uno scrittore della levatura di Brian Friel sia ancora così poco noto in Italia.
Scrive nella sua postfazione Daniele Benati, scrittore, curatore del libro e uno tra i più noti traduttori di opere in lingua inglese. Daniele Benati ha insegnato in varie università in Irlanda e negli Stati Uniti; con Gianni Celati ha collaborato alla rivista Il semplice e ha tradotto racconti di Mark Twain, Flannery O’Connor, alcune delle opere di Flann O’Brien e Seumas O’Kelly.
Brian Friel, nativo dell’Irlanda del Nord, dalla parte cattolica, era un uomo schivo e solitario e venne ricordato nel giorno della sua morte in Donegal dal New York Times come The Irish Cechov.
Per tutti l’ultimo drammaturgo irlandese, le sue opere sono state rappresentate nei più grandi teatri del mondo, dall’Abbey Theatre di Dublino, al London’s West End a Broadway. Dancing at Lughnasa, uno dei suoi successi teatrali, è famoso a livello internazionale per il film interpretato magnificamente da Meryl Streep. È stato fondatore con Seamus Heaney, della Field Day Theatre Company, una compagnia di teatro viaggiante che offriva un’opportunità di condivisone al pubblico irlandese, una nota positiva alle guerre intestine tra cattolici e protestanti che hanno insanguinato l’Irlanda fino a qualche decennio fa.
Brian Friel ha raccontato nelle sue opere l’Irlanda rurale degli anni 40, quella ridotta alla fame, votata alle tradizioni e al cattolicesimo, senza mai rinunciare alla sua identità nazionale, alla valorizzazione delle tradizioni della sua cultura e della mitologia celtica. La vita umana, nei suoi molteplici aspetti, è al centro dei suoi racconti brevi, short story, che il più delle volte racchiudono un’intera vita; la cultura arcaica della sua magica terra fatta di riti e superstizioni e personaggi indimenticabili.
In "Tutto è in ordine e al suo posto", una raccolta di dieci racconti, il lettore ha davanti a sé storie di conflitti umani profondi, come amava descrivere Joyce; uomini e donne divisi tra la ricerca della libertà, della rinascita e la reale insoddisfazione di una vita che forse mai potrà cambiare. Come è narrato nel primo racconto Il rabdomante: Nelly, dopo venticinque anni di matrimonio, rimane vedova del marito ubriacone. Non verserà una lacrima e non sarà distrutta dal dolore. Al contrario, da donna imbarazzata e piena di vergogna, diviene una perfetta donna delle pulizie, richiesta da tutti i benestanti, con tanto lavoro e grandi soddisfazioni.
Dopo un breve periodo di lutto si risposa con un pensionato di una città ad ovest dell’Irlanda e per la nuova signora Doherty inizia finalmente una vita serena. Dopo poco tempo dovrà correre al lago perché suo marito è annegato e risulta scomparso. I sub non riusciranno a trovare il corpo, né le preghiere di padre Curran, solo il rabdomante e la sua magia lo ritroveranno e quando verrà portato in superficie nelle sue tasche troveranno nascoste due bottiglie di whisky.
Mentre gli altri pregavano, Nelly piangeva, convulsamente, senza riuscire a fermarsi, e i suoi gemiti si levavano sopra il mormorio della gente. Le sue lacrime non erano solo per quei venticinque anni di umiliazioni e mortificazioni che aveva subito, ma anche per gli ultimi tre mesi in cui era quasi riuscita a far trionfare le apparenze e a costruirsi una solida rispettabilità.
O Foundry House, sulle divisioni di classi, in cui i protestanti inglesi, una grande famiglia la stessa di sempre, viveva nelle grandi case padronali con i contadini cattolici irlandesi loro dipendenti. Il dolore del tempo passato, nonostante le tante vicende, non abbandonerà mai il protagonista. Poi i bambini ne I raccoglitori di patate, che sognano di poter comprare chissà cosa con il guadagno. A fine giornata sarà la fatica e lo stremo, il duro lavoro, a far vedere loro le necessità della propria famiglia. Tra le rovine narra la gita domenicale con la famiglia a Corradinna, ai piedi del monte Errigal, dove Joe aveva trascorso la sua infanzia. I ricordi dei giochi con la sorella non li svuole svelare ai figli, forse per recuperare quella magia perduta. Ma il passato non appartiene solo a lui, è un’illusione che consente una fuga dal presente, e può ripetersi più volte anche nei giochi dei figli. Il microcosmo del mondo di Brian Friel racconta di villaggi, di preti con i loro rosari, del vociare nelle piccole comunità, del gaelico, delle magie, di un’ umanità che non vuole perdere l’incantesimo dell’ illusione, per continuare a vivere e a sopportare le difficoltà e le infinite rinunce.
Tutto in ordine e al suo posto
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