Ultrafine
- Autore: Stefania Marchesini
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Quando la narrativa nasce dalla cronaca più violenta contro le donne e sconfina nella ricerca di una vendetta subliminale.
È un femminicidio, di due poco più che bambine, ad avere ispirato l’avvocato e scrittrice bolognese Stefania Marchesini nella stesura di Ultrafine (Epika Edizioni, 2021). Dalla vicenda drammatica di due cuginette indiane under 16 e dal desiderio di dare un senso compiuto alla giustizia che è mancata in quel caso, derivano la necessità di scrivere e la trama di un romanzo, elegante ma forte, con alcune illustrazioni e foto della stessa autrice nel testo.
Ultrafine è un’opera di fantasia, si legge nella gerenza che precede il romanzo.
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite è da considerarsi in toto come occasione narrativa per finzione letteraria.
Infatti, Maya e Sashi, i due fantasmi che entrano nella casa e nella vita di Letizia, la protagonista, evocano due ragazzine barbaramente uccise nello Stato dell’Uttar Pradesh, tristemente noto come la capitale della violenza sulle donne nel subcontinente indiano. In quella località, la quantità, la ferocia e l’impunità dei delitti di genere raggiungono livelli per noi impensabili. L’India vanta un primato poco invidiabile di crimini contro le donne. La stampa indiana stima che se ne commettano più che in ogni altro Paese del mondo e nella maggior parte dei casi non vengono denunciati. Quindi, si può pensare, peraltro, che l’enorme numero di violenze fisiche e sessuali registrate rappresenti soltanto una piccola parte del fenomeno intollerabile.
È originaria dell’Uttar Pradesh anche Sampat Pal Devi, l’attivista sessantaduenne alla testa delle Donne in Sari Rosa, la Gulabi Gang, il movimento di protesta femminile contro la violenza di genere, citato da Stefania. Dal 2006, gruppi di donne lottano per le donne. Impugnando bastoni di bambù, reagiscono a soprusi, ingiustizie e crimini sessuali nell’India rurale. Appartenenti alle caste più umili, spesso vedove, aiutano le altre a ribellarsi contro il potere maschile. In Hindi, Gulabi vuol dire “rosa”, il colore della vita, gioioso e vistoso tanto da risaltare anche da lontano e rendere il gruppo ben visibile.
Anche se un delitto è stato commesso altrove, resta un delitto: Stefania Marchesini premette che il suo romanzo è ispirato a un fatto di cronaca accaduto a fine maggio del 2014, l’omicidio di due ragazzine impiccate a un albero di mango in un villaggio dell’Uttar Pradesh. Due cugine adolescenti, di appena quindici e tredici anni e di casta Dalit (inferiore, delle “intoccabili”). Prima dello strangolamento, hanno subito una violenza sessuale ripetuta, confermata dall’autopsia. Cinque persone arrestate dalla polizia statale, tra cui una coppia di fratelli e due poliziotti, liberati su cauzione da una corte locale e prosciolti dall’Agenzia federale di giustizia, con la giustificazione di non aver trovato prove sufficienti per confermare lo stupro di gruppo e l’omicidio.
L’episodio ha sollevato indignazione nel mondo e colpito Stefania Marchesini per la crudeltà, tanto da renderlo emblematico.
“La conclusione di quel dramma avrebbe dovuto essere differente”.
Ma se i connotati della vicenda reale si sono smarriti nel Paese d’origine, la sua narrazione ha voluto rispondere alla domanda universale di giustizia spostando quella storia in un momento successivo, gli anni 2017-18 e in una terra diversa, da Shahadat Ganji a Bologna, la città dell’autrice, “effettiva e simbolica al tempo stesso”.
I nomi dei protagonisti sono stati cambiati. Maya è il fantasma di una ragazzina uccisa a 15 anni, il nome deriva da una divinità femminile indiana e significa anche “illusione”. Sashi, diminutivo di Saraswati, altra dea, è lo spirito di una ragazzina uccisa a 13 anni, cugina di Maya. Yama Pappu è il giovane omicida e col padre, Yama Mhitya, è emigrato in Europa per rifarsi una vita. Yama è il nome del dio indiano della morte. Mhytia in sanscrito significa “falso”. Letizia Rossi, detta Leti è una bolognese vittima di un trauma, (“Leti” è il genitivo del sostantivo latino che sta per morte). Praticante buddista, è sposata con Gerardo Guido Maria Benincasa Dalla Riva, semplificato in Jerry. Marina Marini è titolare dello studio legale Marini e Marini. Marcella è responsabile di un gruppo buddista, che conta come praticanti anche Giovanni e Marisa.
Stefania Marchesini è nata Bologna nel 1966. Si è iscritta a giurisprudenza dopo il liceo scientifico, perché attratta da alcuni temi di filosofia del diritto e laureata nel 1991 con una tesi in diritto pubblico romano, ultima occasione d’occuparsi di materie storiche, prima d’immergersi nella vita professionale. Nella pratica forense ha frequentato uno studio legale civilista, con qualche sguardo al penale nei processi affidati ad un collega. Dopo l’iscrizione all’Albo degli avvocati nel 1995, si è occupata principalmente di diritto civile, fallimentare e recupero del credito in uno studio associato. Nel 2000 ho aperto il suo a Calcara, iniziando a ricevere richieste di assistenza in tema di diritto di famiglia. Nel 2012 la decisione di creare lo studio associato con il collega Borsari.
Questo per l’attività professionale, che Stefania Marchesini riesce a non far coincidere con quella creativa. Torta gaseosa e altre novità è stato il suo debutto per Epika, nel 2012, seguito da 25 storie di fantasmi, sempre per la casa editrice di Valsamoggia, alla quale ha concesso anche i racconti entrati nelle antologie Quando capita in cucina (2019), Quando capita un casino (2020), Quando capita un caffè (2021).
Ultrafine
Amazon.it: 13,86 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ultrafine
Lascia il tuo commento