Un altro best seller e siamo rovinati. Diario semiserio di un libraio di Marino Buzzi

Con ironia bonaria ma anche preoccupazione per il mercato editoriale, Marino Buzzi illustra la vita frustrante ma anche divertente di un libraio di città.

La frustrazione del libraio che dai clienti viene chiamato commesso, le storpiature dei titoli che rivelano un’ignoranza crassa (storia di una calimera, quasi tutti i romanzi russi, non vi tolgo il gusto di trovarli da solo), la coabitazione con i colleghi, le piccole abitudini.
Scandito come un diario si parte da dicembre, il mese nero dei librai dove tutti chiedono tutto e i clienti dovrebbero avere sempre ragione se non trattassero come "bestie" l’organico della libreria. Scrive Buzzi:

"Il giovedì, per noi librai, è il punto di non ritorno,
si è felici per aver superato i primi tre giorni della settimana senza aver riportato particolari traumi fisici, psicologici o morali. Siamo già tutti stanchi, ci muoviamo in cerca di calore umano e caffè. Sembriamo quei tossici della stazione, quelli che ti chiedono
cinquanta centesimi ogni volta che ti vedono, anche se ti vedono tutti i giorni, per due volte al giorno. Ci avviciniamo al collega di turno, borse sotto gli occhi, pallidi in volto: «Scusa, hai un caffè?». Siamo in preda a un malvagio sortilegio, il giovedì
del libraio è il punto di rottura".

Poi ci sono i colleghi che hanno fatto un corso di marketing e come soluzione a tutti mali pensano di togliere dalla libreria tutti i classici, russi compresi, e mettere i giochi della playstation. Poi la collega femminista, il collega filosofo, c’è molto da ridere.
La cosa spaventosa è che lo stesso Buzzi tratta i libri come oggetti inutili, come se avesse perso la speranza, sarà un sovrappiù di sarcasmo, che rende ogni proposta uno scherzo premeditato.

"La libreria è un enorme cubo di Rubik. Ci sono settori che compaiono e scompaiono a seconda dell’attualità e del momento storico, sottosettori che nascono
come funghi e, altrettanto velocemente, muoiono. Un giorno hai il settore turismo al pianoterra e il giorno dopo lo trovi al primo piano. Il settore dei gialli, per esempio, ha toccato ogni singolo spazio espositivo della libreria. Riduciamo e allarghiamo. Rendiamo e compriamo. Spesso sempre gli stessi titoli. Nel mese di maggio Gramsci va tenuto in 52 copie, nel mese di giugno in due, in luglio in 30, a settembre si
decide che non è più attuale."

Insomma divertiamoci con questo libro che parla delle disavventure di un libraio, ma non dimentichiamo quanto sta calando la lettura in Italia, soprattutto da parte dei lettori forti, definiti tali anche se hanno letto solo quattro libri l’anno.