Un altro viaggio
- Autore: Luca Malgioglio
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2015
Luca Malgioglio, romano, ha raccolto in una plaquette intitolata "Un altro viaggio" la sua poesia di un decennio (2003-2013). Il libro, impreziosito dalle fotografie di Alessandra Liberatore che instaurano con i testi un colloquio quasi un’ulteriore dimensione che accresce e dilata l’istante illuminato dalla "impossibile parola ". Fiorito dal sentimento del tempo e del vuoto in una vita che ha ampiamente doppiato tutte le sue iniziazioni e ferite, perdite e guadagni, è di fatto un viaggio. Un lento incedere con la memoria del corpo, e dunque mortale, tra luoghi e sembianze concrete dell’esperienza e altri territori semmai mentali o letterari, ma senza mai sottrarsi ad un attrito (sia esso un distacco, un lutto, o un istantaneo sperdimento in un abbraccio amoroso) con il mondo, nel presentimento di uno sconfinamento, imprevisto e necessario, che ripristini il senso e la direzione.
I versi in questo viaggio-vagabondaggio nella geografia incerta dell’essere sono le soste necessarie, gli indugi che fermano o rallentano il cammino e favoriscono con la sensuosità di ritmi e immagini un incontro, un dialogo incessante in forma di avvenimento del tempo con l’eterno. In un respiro più pacato tra le oscillazioni drammatiche del cuore, in una verticalità di silenzio che dona alle parole del desiderio un’urgenza,una fermezza imprescindibile, un’esattezza, nel senso calviniano del termine: quella "terra promessa dove il linguaggio diventa quello che dovrebbe essere".
Forse per questo finendo la lettura ti resta dentro una voce, ora misurata e armonica, ora incrinata e trepida, nient’altro che una voce. È quanto di più doloroso ed entusiasmante lascia in dono l’esperienza poetica. È questa, la meta del viaggio? Scrivere poesia oggi è forse una verginità? Cercando nella sincerità senza patteggiamenti e nella disciplina di uno stile una maniera di amare ancora e comunque la Realtà? Un fiore del deserto. Eppure, un luogo intatto.
Non è un caso che questo libro che ci pone al cospetto di un atto di fede profondo e assoluto nei confronti della parola che salva, meditata anche mediante un confronto con autori e pensatori estremi che hanno cercato nella poesia un trasalimento, un rinnovamento drammatico dello spirito, una luce autentica nella polvere dei giorni. Penso al Dante dell’Inferno, penso al Montale per cui il male di vivere è oggetto di trasfigurazioni cosmiche, con cui l’elegia si trasforma, diventa un inno, penso alle estati cardarelliane, così infinite, così vulnerabili.
Ecco, Malgioglio ci parla con la sua voce disarmata e vitale del Tempo che passa e vorremmo fermare, di cose che incessantemente muoiono e tornano a vivere, di ritorni impossibili, di stagioni malate e sapide di eternità ; ci racconta la morte e canta infinitamente la vita. Il mare ci distanzia, ma un fiore continua a tendersi sulla sua vanità accogliente:
essere come i fiori sul mare/ che ondeggiano alla bellezza della loro occasione
Non è solo un’immagine in versi squisitamente ritmata, è un destino. Su cui ciascuno di noi è chiamato a stare, come un acrobata sul filo, proteso ad un atto imponderabile d’amore. Un verso può ricreare un intero uni-verso, se contiene una parola che ci ferisce, che non mentisce, una maschera incrinata che cerca il suo vero nome.
Un altro viaggio (2003-2013)
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