Un anno con i francesi
- Autore: Fouad Laroui
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Del Vecchio
- Anno di pubblicazione: 2015
In Un anno con i francesi, Fouad Laroui, vincitore del Premio Goncourt de la Nouvelle nel 2013 e del Grand Prix Jean Giono nel 2014, con humour caustico pone al centro della narrazione il rapporto tra Occidente e Oriente in un Paese da poco uscito dal colonialismo francese.
Nell’autunno del 1969, Mehdi Khatib, bimbetto minuscolo di dieci anni, si era presentato con una valigia in mano nella guardiola del Lycée Lyautey di Casablanca in Marocco. Il piccolo proveniva da Béni-Mellal, cittadina situata sulle montagne del Medio Atlante. Mehdi si accingeva a frequentare la prima media nella scuola francese come studente convittore, grazie a una borsa di studio. Per il sensibile ragazzino l’impatto con il collegio era stato piuttosto sconvolgente, infatti, un universo nuovo e a lui avulso gli si parava davanti.
“Respira l’odore caratteristico dei francesi, è un miscuglio di profumi di cera, misti a lavanda”.
Il liceo era ancora privo di alunni, le prime persone che Mehdi aveva incontrato erano l’addetta alla lavanderia, la grassissima Madame Bernarroch che lo aveva rifornito di nuovi capi di abbigliamento e il sorvegliante generale Monsieur Lombard, il cui viso esprimeva autorità e benevolenza. Mentre il bambino spaesato si guardava intorno nel cortile della scuola “si trovava ormai dai francesi, circondato dai loro edifici”, ricordava il commiato dalla sua mamma, quando abbracciandolo gli aveva fatto promettere di essere il primo della classe. Per la prima volta nella vita di Mehdi nessun libro gli faceva compagnia. Morel, un altro sorvegliante gli aveva mostrato l’immensa camerata da spartire con perfetti sconosciuti e il letto a castello dove avrebbe dormito, dicendogli
“Ecco il tuo regno per tutto l’anno prossimo”.
Nell’importante istituto studiavano i figli dei funzionari francesi e quelli che provenivano dalle famiglie più in vista delle amministrazioni locali. Per Mehdi era come trovarsi su un altro pianeta: un’altra cultura, un modo di pensare e vivere diverso.
“Non hai mai guardato la televisione in vita tua? Non hai visto gli americani sbarcare sulla luna, in luglio? Li hanno guardati tutti persino le capre!”
L’intelligente bambino, che aveva conosciuto la lingua francese su tanti libri, aveva intuito che capire il lessico francese era la chiave per comprendere il nuovo mondo che lo circondava. Il piccolo Mehdi si sarebbe presto trovato di fronte a un bivio: abbandonare la sua identità o accogliere la nuova vita che gli veniva offerta?
Due mondi e popoli ritratti con vivacità e colore si confrontano ognuno con la propria lingua, diversa mentalità e identità. Questo confronto di civiltà unito al problema dell’integrazione contribuiscono a rendere il libro interessante e attuale. “Il mio obiettivo come scrittore e uomo è separare la fede personale con l’uso politico della religione” chiarisce Fouad Laroui.
“Il mio libro racconta una storia che riguarda marocchini e francesi, ma io spero che abbia una portata universale, specialmente oggi che i grandi problemi del mondo sono legati a scontri culturali. La mia storia è largamente autobiografica: parla di un ragazzo marocchino che ammesso al liceo di Casablanca, enclave francese in Marocco, entra in contatto in modo anche doloroso con una cultura diversa”.
Lo scrittore marocchino si è così espresso durante un giro promozionale in Italia. Nel descrivere alcuni personaggi francesi e marocchini bizzarri e divertenti ha rivelato di essersi ispirato al Marocco “fonte di ispirazione inesauribile, con il suo miscuglio esplosivo di modernità e arcaismo, di religiosità e spirito pagano, di serietà e derisione, di povertà e opulenza”.
“Mehdi intuisce confusamente che quello che si conclude è stato un anno decisivo per la sua vita. Un anno con i francesi”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un anno con i francesi
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Noioso. Lettura assolutamente da evitare, libro inconcludente e fine a sé stesso.