Un delitto letterario
- Autore: Batya Gur
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
I libri possono leggersi per tanti motivi differenti: perché ne vale la pena o perché non la vale affatto, ma abbiamo capitolato davanti alla scientifica determinazione che ce li ha imposti; perché ci capitano casualmente tra le mani o perché il loro titolo ci colpisce; perché non avevamo mai pensato si potesse raccontare un simile argomento, o perché abbiamo magari voglia di una variante e intuiamo che lì l’elemento imponderabile forse c’è. In realtà sono i libri che ci scelgono: ci trovano quando siamo pronti a incontrarli. Perciò che il delitto e la letteratura siano congiunti è un dato di fatto, o di Fato, chissà… visto che il segreto della narrazione, quel tenerci in sospeso nell’attesa di scoprire come la storia va a finire, si amplifica addirittura al cubo nei romanzi gialli dove il ‘come va a finire’ diventa spesso urgenza febbrile di sciogliere il mistero inatteso, si tratti anche solo di un’incalzante caccia a spietati assassini che mettono a dura prova cuore e intelletto.
Cuore e intelletto sono gli opposti poli del burrascoso dipartimento di Letteratura dell’Università di Gerusalemme da cui muove la trama di questo insolito romanzo che, nei momenti di massimo coinvolgimento, sovrappone all’indagine standard l’investigazione ben più profonda sugli imprevedibili meccanismi della creazione artistica, della poesia. Che cos’è un delitto? Quando lo si compie? Forse quando il piano concreto dell’esistenza quotidiana e reale e l’orizzonte astratto dei valori che orientano le nostre vite si scontrano? Ma non si alimenta di tale deflagrazione la stessa poesia?
I moventi sottesi ai delitti fanno affiorare dunque odii, vendette, ripicche, sensi di colpa e perversioni cultural-intellettuali maturate in un ambito accademico esclusivo come quello degli studi letterari, metafora di una irreparabile scissione dal mondo che si riflette in una Gerusalemme svuotata e straniante, fatta di scorci, stanze e appartamenti simili a gusci, interni e dialoghi interrotti, persone che si trasfigurano con estrema naturalezza in personaggi per non affrontare il proprio velenoso caos interiore.
Il romanzo si apre all’insegna di due assassinii molto differenti, collegati o forse no, che ammiccano già a due antitetici stili di vita: il delitto intenzionale, meditato, ben costruito, fronteggia l’omicidio impulsivo, fatto di passione e di pura perdita dell’autocontrollo. Ma non sono forse questi gli unici due modi di fare letteratura, di fare poesia? Attraverso una scrittura secca e a tratti dolente, dall’anima true blue, come direbbero gli anglosassoni, Batya Gur costruisce uno dei romanzi più originali della saga che vede nel commissario Ohayon il suo protagonista. Protagonista voluttuosamente sottotono che, più che risolvere casi, ci accompagna sovente con minimalista complicità nella discesa erratica verso emozioni sospese, ossessioni latenti, fragilità annidate in inesplorati meandri dell’anima umana.
Il libro non è un giallo irrisolvibile, anzi diventa più appassionante quando tocca il vero argomento che qui ispira l’Autrice, pertanto si tratta di una lettura assolutamente raccomandata agli amanti della poesia, ai poeti e agli scrittori in genere. Perché chi incrocia un giorno sul suo cammino la poesia, non è detto abbia a fondo compreso la natura ambigua, talora crudele, della Musa e dell’Arte.
Un delitto letterario
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