Un gelido inverno per Pike
- Autore: Benjamin Whitmer
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2020
Douglas Pike non è uno stinco di santo. Il protagonista di questo noir magistrale dell’americano Benjamin Whitmer, Un gelido inverno per Pike, pubblicato nell’ottobre del 2020 da Elliot Editore e tradotto da Marco Piva, ambientato a metà dei mitici anni Ottanta, è un uomo rude dai capelli grigi, che parla poco e non deve dare spiegazioni a nessuno. Gli errori del passato sono stati tanti, che lui ha espiato con l’esilio. Tornato nella città natale sui monti Appalachi, sta cercando di riorganizzare la sua vita, insieme al socio Rory, un giovane con un trascorso doloroso, che si sfoga facendo il pugile.
L’equilibrio già precario dei due, avvezzi a frequentare infimi bar, lerciume e miseria, in un paese che sembra sempre sull’orlo del disfacimento e popolato da gente gretta che bada solo al quotidiano, viene messo a dura prova dall’arrivo di Wendy. Dodici anni, lei è la nipote che Pike non sapeva di avere. Sua madre Sarah, ovvero la figlia di Pike che i servizi sociali avevano allontanato da tempo, è morta d’overdose. Pike, quindi, porta Wendy a casa con sé.
“Vanno a piedi fino all’appartamento di Pike. È una sola stanza in un edificio industriale di mattoni che si erge come una palizzata sulla piccola cittadina lì nella valle. Una volta era la sede dell’Anaconda, il cui nome si vede ancora in lettere sbiadite alte tre metri. I primi raggi di sole degli Appalachi si spezzano su di esso come uova.”
Pike, dal canto suo, non si sentirebbe pronto per fare il nonno, ma un poliziotto corrotto di Cincinnati si mette a manifestare un interesse ambiguo per la ragazzina, portandolo a indagare. Ha inizio una caccia spietata, che vede i due antagonisti, Pike e Derrick, il poliziotto corrotto, rincorrersi come il gatto col topo. Sprofondando nel degrado più totale, in un universo povero non solo di cose materiali, ma anche di umanità, Pike e Rory cercheranno di fare chiarezza, venendo a contatto con tantissimi personaggi, fra tossici, prostituite e papponi, che movimenteranno non poco la trama.
In questo noir urbano, se così possiamo chiamarlo, ciascuno è obnubilato da droghe o alcol e mostra la faccia più indifferente tipica delle esistenze raminghe.
All’insegna di rivoltelle e fucili, imbracciati a ogni piè sospinto, nessuno esita a farsi giustizia da solo, nel più crudo dei modi. Sparando a bruciapelo, quasi se vigesse ancora la legge del taglione e la giustizia avesse solo un ruolo marginale, di rappresentanza.
“Quando le tira i capelli per farle piegare indietro la testa, lei gli cerca gli occhi con le dita. Derrick la colpisce alla fronte con il tirapugni. Il cranio si frantuma come se fosse di gesso. Gli occhi le si fanno vitrei, poi si riempiono di sangue. Si prepara a colpirla di nuovo.”
I dialoghi sono scarni e le descrizioni stringate. Eppure l’autore, in quelle poche righe, focalizza un mondo. Come fosse un film, il messaggio giunge forte e chiaro, più di ogni altro giro di parole. Pike è un giustiziere contemporaneo, un eroe negativo, brutto e dannato. Però ha le sue ragioni, è credibile. E quando arriva la resa dei conti, inesorabile e studiata, vorremmo non leggere mai la parola fine.
Consigliato agli amanti del genere, dove a contare sono i fatti, più delle sensazioni provate dai personaggi o la compassione. Dove c’è un mondo gretto che grida dolore e che, nonostante tutto, sortisce misericordia.
Un gelido inverno per Pike
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Un libro perfetto per...
Per chi ama leggere di uno spaccato d’America dove ciascuno si fa giustizia da sé; dove la violenza risponde ad altra violenza, in maniera ineluttabile.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un gelido inverno per Pike
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Libro veramente piacevole da leggere. Ricorda a grandi linee un romanzo italiano che consiglio vivamente, recensito in questo sito. Oltre ogni evidenza di Vincenzo Padovano. Un must per gli amanti del thriller all’italiana.