Un’inglese in bicicletta
- Autore: Didier Decoin
- Anno di pubblicazione: 2013
“Ci fu un massacro a Wounded Knee, nella regione delle Grandi Pianure del Dakota del Sud”.
Natale non significava poi molto per i Lakota Sioux, tribù del popolo Sioux in quella fine di dicembre del 1890, per la popolazione indiana non contava nemmeno quale anno fosse considerato che i Lakota contavano gli anni “in mesi lunari che riconoscevano secondo i grandi avvenimenti del passato che li avevano segnati”.
Durante quella carneficina, una vera a propria furia per opera dei soldati americani, la piccola Ehawee era stata estratta da sotto il corpo della propria madre da Chumani, il cui marito era stato ucciso durante la battaglia di Little Big Horn. La donna, usando la stessa astuzia con la quale da ragazzina era sfuggita all’assalto di una sciame di api, correva sulla neve cercando di essere più veloce dell’uomo bianco. I frammenti di metallo che la stavano inseguendo non erano più intelligenti delle api, ma erano sicuramente più rapidi e proprio lì, dove cadevano, sbocciavano larghe ombrelle di vapore grigio. Scampata miracolosamente al massacro indiano, Chumani aveva consegnato la trovatella presso la chiesa episcopale della Santa Croce, mentre laggiù a Wounded Knee Creek “in quella specie di gabbia disegnata dai pali carbonizzati dell’accampamento, gli ultimi Lakota Sioux lottavano ancora corpo a corpo per proteggere la fuga delle loro donne e dei loro figli”. Cinquecento soldati a cavallo, scatenando fucili e rivoltelle e lanciando granate esplosive sul fondo del burrone gonfio di neve nella cui bocca si ammassavano i Lakota caduti in trappola, avevano già ucciso centocinquantatré indiani (sessantadue tra donne e bambini) accompagnati dal grido delle cornacchie spaventate che volteggiavano in cielo. Jayson Flannery era un fotografo inglese arrivato a Pine Rige la sera prima, il quale, su richiesta del Settimo Cavalleria, aveva scattato alcune foto che dovevano essere la falsa testimonianza della benevolenza americana nei confronti dell’anziano capo Lakota Piede Grosso e della sua tribù. Flannery, il quale non aveva previsto che sarebbe stato testimone di un eccidio, si era ritrovato per caso invischiato nella storia di Wounded Knee e ora non poteva far altro che catturare le tragiche immagini che gli passavano davanti agli occhi, i primi scatti di un futuro album che avrebbe cambiato per sempre l’intero corso della sua esistenza.
“Voi rientrate in Inghilterra via New York, non è vero? Non dovrete far altro che lasciarla in un orfanotrofio al vostro arrivo in città”.
Una pietosa bambina Lakota Sioux di soli quattro anni “quanto di più insignificante, di più disprezzabile sul suolo americano” d’ora in poi si sarebbe chiamata Emily “una lontana e vaga somiglianza con Ehawee. Tre sillabe e la predominanza della i”. Jayson, un uomo prudente fino all’estremo avrebbe allevato Emily a Probity Hall nello Yorkshire situato in prossimità della città di York che, con i suoi centoquaranta spettri riconosciuti, aveva la reputazione di essere la città più infestata d’Europa.
“Non diremo a nessuno da dove vieni veramente, a chi servirebbe? Se mi domanderanno qualcosa, risponderò che sei figlia di emigranti irlandesi e che i tuoi genitori sono morti in America e lì ti ho trovato”.
Un’inglese in bicicletta (titolo originale del volume: Una anglaise à bicyclette) scritto dallo sceneggiatore e scrittore francese Didier Decoin, membro dell’Académie Française, è il suggestivo racconto di una trovatella, nata nelle grandi pianure del Dakota del Sud, portata al di là dell’Oceano Atlantico e cresciuta nell’Inghilterra della Regina Vittoria. La piccola senza documenti, condotta illegalmente in Europa avrebbe scoperto l’Inghilterra come un gatto che s’intrufola in una casa sconosciuta. Emily diventata adulta, avrebbe sposato Flannery quello stesso uomo che le aveva fatto da padre nell’età nella quale avrebbe potuto essere suo marito e che adesso sarebbe stato suo marito proprio nell’età in cui avrebbe dovuto essere suo padre. Una bicicletta fu il regalo di nozze di Jayson, a rappresentare un surrogato del cavallo che Emily da sempre desiderava, perché anche se ora viveva come suddito della Regina Vittoria, la sua anima, il suo retaggio era Sioux.
In quest’originale romanzo, ben tradotto per Clichy edizioni da Angelo Molica Franco, appare anche Sir Arthur Conan Doyle “lo scrittore più famoso d’Inghilterra” perché l’autore è un autentico appassionato della letteratura britannica. Chi scorrerà le pagine del volume si emozionerà leggendo le vicende del popolo Lakota per il quale ”le creature, gli elementi, i mondi al di là dalla terra, tutto forma un cerchio”. Anche la stessa vita degli uomini forma un cerchio come il ciclo delle stagioni.
“Il cerchio non si discute, non si rompe, non si divide”.
Un'inglese in bicicletta
Amazon.it: 16,14 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un’inglese in bicicletta
Lascia il tuo commento