Un prezioso francobollo rosso
- Autore: Auguste Groner
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2022
Un prezioso francobollo rosso (Der rote Merkur) è un giallo classico deduttivo a firma dell’austriaca Auguste Groner (1850-1929).
Pubblicato nel 1910, viene fatto conoscere in Italia da Edizioni LeAssassine con la traduzione di Fiorenza Doni nel 2022. Una bella mossa editoriale perché questa autrice merita una visibilità maggiore.
I suoi racconti e romanzi gialli le valsero in ambito tedesco una popolarità superiore a quella di Arthur Conan Doyle e alcuni furono adattati per il grande schermo hollywoodiano. Fu lei a inventare il primo detective seriale della letteratura in lingua tedesca a partire da The case of the pocket diary found in the snow del 1890. Il premio che dal 2009 l’Associazione tedesca di gialliste Mörderische Schwestern conferisce ogni tre anni alla scrittrice contemporanea, che meglio rappresenta questo genere letterario, porta il suo nome. Eppure quanti di voi hanno sentito parlare di Auguste Groner?
Il detective seriale di nome Joseph Müller è un investigatore in pensione della polizia asburgica, pronto a mettere expertise e fiuto al servizio degli inquirenti o per necessità o quando un fatto criminoso suscita il suo interesse. E l’omicidio Schubert gli interessa eccome! Infatti conosce bene Anna Lindener, nipote e convivente della vittima Therese Schubert, una vedova benestante dal carattere ruvido pugnalata nel suo appartamento. Anne è una ragazza brava e concreta che lavora in una sartoria. Il suo fidanzato Otto Falk è altrettanto ammodo. È stata proprio lei a fare la macabra scoperta.
Sulle prime la scena del crimine fa pensare a una rapina. Quanto agli indizi, nella mano della vittima, serrata a pugno, viene rinvenuto un quadrifoglio d’oro con un diamante incastonato, che probabilmente la povera donna ha strappato all’assassino durante l’aggressione. Ma trattandosi di un ciondolo in voga, non è facile rintracciare il proprietario. Poi la svolta quando il detective Müller si mette sulle tracce del Mercurio rosso, iconico e prezioso francobollo nel panorama filatelico di ieri e di oggi. Pensate che attualmente la sua valutazione può toccare i 100mila euro.
A proposito di giallo whodunit a cavallo tra Otto e Novecento, il pensiero corre a Arthur Conan Doyle e Agatha Christie, rispettivamente coevo e di poco successiva alla Groner. A parte il denominatore comune del metodo deduttivo giocato con fair play, le differenze non sono poche. Queste le principali. In prima battuta Joseph Müller si inserisce nella vicenda quatto quatto, solo dopo un’ottantina di pagine prende in carico il caso senza mai monopolizzare la scena che cede di volta in volta all’interlocutore. Pose da primadonna alla Poirot non fanno per lui. Al contempo la capacità di empatizzare con il prossimo insieme al suo podismo fisico (oltre che mentale) lo differenziano da Sherlock Holmes che, cinico e misantropo, scioglie ogni matassa tappato nello studio. In seconda battuta colpisce la varietà delle ambientazioni polarizzata tra città e campagna.
L’omicidio si verifica a Vienna, la metropoli di una middle class in crescita. Sulle tracce del responsabile, il detective si sposta in treno, vanto dell’Impero asburgico, in aree isolate, paesaggi incontaminati, tenute di latifondisti, fino alla cosmopolita Trieste travolta dalla bora.
Infine l’autonomia psicologica affranca i personaggi da un eccesso di tipizzazione umana. Protagonisti e comprimari appartengono all’aristocrazia conservatrice o al ceto emergente, e produttivo, della piccola e media borghesia, rappresentata dalla coppia impiegatizia Otto/Anna e dal dottor Malten inserito in ambienti esclusivi.
E se il senso dell’onore ignora distinzioni di classe, solo l’esistenza di chi lavora si confronta con il denaro. Alimenta sogni, frustrazioni e vizi. Conduce alla rovina, regala sicurezza, causa dissapori intrafamiliari.
Lo sa bene Otto, costretto a rinviare il matrimonio con la sua bella per salvare dai debiti il fratellastro scapestrato, così definito:
Uno di quei buoni a nulla che vedono come ovvio il fatto di fare conto sul denaro degli altri.
Di contro la famiglia del maestro di un piccolo villaggio vive serenamente coltivando la parsimonia. A sua volta Anna ha bisogno della dote della zia per coronare il suo sogno d’amore. Anna è una figura interessante in quanto lavora anche per scelta:
“Che dovessi andare a lavorare mi sembra giusto. Quando ci si deve dar da fare e imparare qualcosa, se non lo si fa da giovani?”
Il risultato è un romanzo che mette d’accordo analisi introspettiva, investigazione e spunti sociali. Perciò ci auguriamo che Un prezioso francobollo rosso di Auguste Groner sia il primo di una serie da proporre al pubblico italiano.
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