Un rebus per uccidere
- Autore: Massimo Pallottino
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2010
“Un rebus per uccidere” di Massimo Pallottino (Pequod, 2010) è un romanzo particolare, un giallo che non ti aspetti, ambientato in una Milano profondamente ipocrita e misteriosa, che nulla ha da invidiare alla fumosa Londra di Sherlock Holmes. Scritto con un linguaggio inusuale, uno stile originale che per molti versi ricorda i grandi giallisti classici, è un libro che è opportuno leggere tutto d’un fiato, pur gustarsi al meglio l’atmosfera che l’autore riesce a creare.
La trama è al tempo stesso lineare e incomprensibile, un vero rebus, come suggerisce il titolo. Al centro della vicenda ci sono una serie di morti inspiegabili, omicidi che colpiscono i figli di uomini politici molto in vista, mostrando il chiaro intento, da parte del killer, di colpire il cuore dello Stato italiano e della Repubblica. I delitti attirano l’interesse dei fratelli Stoppani, coppia ben assortita di detective che manda avanti una delle più prestigiose agenzie investigative milanesi. I due hanno ereditato la passione per le sfide e per il rischio che esse comportano da un loro zio, Sergio Stoppani, detto Marlowe, uno dei più grandi detective italiani in pensione. È stato proprio lui a instillare nei giovani l’interesse per un mestiere, quello dell’investigatore, che cela numerosi pericoli. Proprio la figura di Marlowe è tra le più simpatiche in cui mi sono imbattuta di recente, letterariamente parlando: caratterizzato molto bene, l’anziano detective è un concentrato di ironia, compostezza, arguzia ed eleganza.
Giunto a Milano per trascorrere il Capodanno con i nipoti e una famiglia di amici fidati, Marlowe decide di fermarsi più a lungo del previsto per cercare di districare un caso che si preannuncia più complicato e pericoloso del previsto. L’assassino, infatti, sembra conoscere alla perfezione gli Stoppani, tanto da mandar loro delle foto piuttosto esplicite… che la sua sia una vera e propria sfida?
Il romanzo incalza veloce senza incongruenze né confusioni di sorta, pur dando al lettore il tempo di riflettere. E proprio la riflessione, nel “metodo d’indagine Marlowe”, riveste un’importanza fondamentale: più che le prove o gli indizi, infatti, contano i ragionamenti e la capacità di deduzione, in cui il detective è un vero maestro.
La soluzione del rebus non è affatto scontata, così come i colpi di scena.
In definitiva si tratta di un gran bel giallo, un romanzo sui generis che presenta però anche molti elementi del giallo classico, accontentando così una vasta platea di potenziali lettori. Ancora una volta Pequod, una tra le case editrici medio-piccole più attive e serie presenti sul territorio nazionale, ci regala un bel libro, ben scritto e originale, la cui unica pecca, a mio avviso, è una copertina poco accattivante, che non incentiva alla lettura.
Un rebus per uccidere
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