Un sogno tra i fiocchi di neve di Corina Bomann

Un sogno tra i fiocchi di neve (Giunti Editore, 2019, traduzione di S. Congregati) è classificabile, a mio avviso, come uno di quei romanzi dei quali, iniziata la prima pagina, non si è in grado di dire basta, fin al punto in cui si arriva alla fine e si scopre cosa accade alla protagonista. Ho letto il romanzo di Corina Bomann tutto d’un fiato: è il racconto di come, nella vita, il destino può fare la sua parte, ma siamo noi, con le scelte che ogni giorno facciamo, ad avere il potere di influenzare gli eventi che ci accadono.

Così, nel periodo delle festività di fine anno, una giovane ragazza che da tempo ha perso la speranza di poter vivere relazioni famigliari supportive ed autentiche, si ritrova in balia di tutto e di nessuno, con il solo desiderio di poter godere per qualche tempo della calda accoglienza tipica di quel periodo. Una storia leggera, che potrebbe essere la storia di molte giovani studentesse fuori sede, che tuttavia invita tra le righe a importanti e autentiche riflessioni sul senso di appartenenza e sul valore dell’affetto interpersonale.

Il romanzo, che come anticipato ho letto d’un fiato, porta alla mente il desiderio di famigliarità, che soprattutto nei periodi di festa si fa sentire forte e chiaro specialmente in coloro che per cause di vario genere si trovano costretti a vivere lontano dalle persone a cui vogliono bene. Giovani studenti oppure, ad esempio, coloro che viaggiano per questioni lavorative che si trovano per lungo tempo lontani dalle famiglie e hanno il grande desiderio di respirare il caldo clima che si diffonde quando ci si ritrova, in inverno, con parenti ed amici dinanzi ad un caminetto acceso.

Un breve racconto che “apre” una riflessione sul senso d’appartenenza e sul bisogno, spesso mal compreso, di circondarsi di affetti e amori incondizionati.