Un uomo migliore di Anita Nair

Anita Nair, sicuramente una delle migliori scrittrici indiane del momento, torna in libreria nel 2011 con un delicato romanzo dal titolo Un uomo migliore pubblicato da Guanda.

Due uomini che il destino fa incontrare, due vite spezzate e contorte che, avvicinandosi, si riconoscono e si completano, attraversando deserti di incomprensione, abissi profondissimi di intolleranza, distanze di insopportazione.
Sono due, infatti, i protagonisti del romanzo: Bhasi, imbianchino che vive in un suo mondo trasognato e pacificato, dopo aver attraversato paludi di rabbia coltivando sentimenti di orgoglio e di onnipotenza nei suoi trascorsi di insegnante universitario fallito e Mukundan, pensionato d’alto livello che ritorna al paese con valigie di rancore e un’anima bambina assetata d’amore.
Sono chiaramente destinati ad incontrarsi, anche se nessuno può davvero immaginare la tenerezza ed il desiderio di essere di aiuto che cresce in Bhasi, l’uomo più giovane, che è capace di vedere oltre la superficie, capace di vedere l’uomo vero che giace sotto la pelle di Mukundam. E nessuno certo immaginerà che anche Mukundan, inizialmente insofferente alla presenza dell’imbianchino, cominci ad ascoltare le sue parole, accetti di seguire le sue indicazioni e così facendo, cerchi di affrontare i suoi demoni: un padre troppo forte, autoritario, da cui lui non si è mai sentito amato, che ancora adesso, a quasi novantanni, riesce a farlo istupidire di impotenza; i fantasmi della sua infanzia che lo assillano, i sensi di colpa per non aver saputo aiutare la madre, anche lei vittima di un uomo compiaciuto di farsi temere.
Arriva anche l’amore a scoperchiare il suo involucro protettivo, una donna che allargherà i suoi capelli su di lui e crederà in questo nuovo uomo.
Ma davanti alla prospettiva di un riconoscimento sociale - esattamente quanto Mukundan ha sempre inseguito e vagheggiato in tutta la sua vita a dimostrazione del suo valore - ecco che l’uomo nuovo si ritrae e sprofonda in pantani di vanità soddisfatta.
Bhasi verrà cacciato dalla sua casa e dalla terra che ama appassionatamente, la donna amata verrà lasciata da parte perchè quello che brucia nel cuore di Mukundan è il desiderio folle di essere apprezzato dagli abitanti del suo villaggio, poter essere riconosciuto importante, non essere più solamente il figlio di suo padre, ma un uomo migliore di lui.
Nel frattempo, il padre muore ed anche il vecchio custode lo lascerà da solo, in una casa troppo grande e Mukundan prenderà finalmente coscienza dei suoi errori e delle sue mancanze: non era il padre che gli impediva di essere un uomo realizzato, era lui stesso a farlo, precludendosi opportunità, inventandosi scuse, semplicemente non rischiando di avvicinarsi agli altri. Perchè gli altri chiedono impegno, chiedono che tu investa tempo e sentimenti e che tu sappia accettare il rischio di essere rifiutato, di non essere compreso e, spesso, nemmeno amato. Ma Mukundan ha capito che questa è l’unica possibile via per diventare veramente un uomo migliore: migliore non a paragone delle persone che ha conosciuto, ma a paragone dell’uomo che era prima di aprire gli occhi del cuore.

Un uomo migliore di Anita Nair è un libro affascinante e dolcissimo nelle descrizioni dell’animo umano, così leggero quando racconta delle sue donne con colori e odori che traspaiono dalle parole, immerse in atmosfere distanti e caotiche, con uno stile avvicente che sa incuriosire e appassionare.