Una grazia sconosciuta
- Autore: Giovanni Cocco
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Nella collana “S-Confini” diretta da Fabrizio Coscia, c’è un nuovo libro uscito qualche mese fa, in realtà, dal titolo Una grazia sconosciuta (Editoriale Scientifica, 2024) scritto da Giovanni Cocco.
Tra notizie del regista francese Jean Vigo, scomparso molto giovane, quando il cinema muto passò al sonoro negli anni Trenta del secolo scorso e fatti privati dello scrittore che ci rende partecipi della sua vita attuale, l’amore per Costanza, il matrimonio, la famiglia con due bambini maschi, le supplenze a scuola, che finiscono perché lo scrittore diventa insegnante di ruolo, un mélange di notizie tenute insieme da una prosa calibrata e sinuosa che va avanti e indietro nel tempo, come un diario di bordo, un memoir che fa della divagazione, il suo tratto predominante.
La vita e le opere di Jean Vigo sono scritte in uno stile emotivo e al contempo rispettoso delle fonti storiche, proprio perché il regista cambiò il cinema in modo radicale, con le sue intuizioni, con la carenza costante di soldi e una salute malferma che ebbe il predominio finale, con la morte.
Se il film l’Atalante lo abbiamo ben presente perché la scena dell’uomo che si butta nell’acqua per trovare la sua donna era l’inizio del programma “Fuori orario” di Enrico Ghezzi su Rai tre, dove abbiamo visto o registrato film difficili da trovare nei canali tradizionali; conosciamo meno la vita breve, ma intensa, di un regista di cui, prima di questo libro, sapevamo pochissimo. Mentre Cocco cerca di trovare notizie anche dell’infanzia e dell’adolescenza di Vigo e i suoi primi tentativi di regia. L’amore per Lydou, anche lei ammalata ai bronchi e conosciuta in un sanatorio.
Le novità che Vigo apportò al cinema sono molteplici: l’uso del “ralenti”, scene prese di nascosto con la macchina da presa nascosta da un grande cartone, come una steady-cam. Il suo primo film A propos de Nice ebbe recensioni non positive perlopiù, e se la famiglia continuava a reggere era per l’assegno mensile che il padre di Lydou dava alla coppia, che nel frattempo si era allargata perché era nata una bambina.
Nizza era la casa, la città divisa in due: quella dei giocatori al casinò, gli alberghi eleganti, con alcuni incoscienti che lasciavano tutti i loro soldi al tavolo da gioco e la Nizza popolare, allegra, chiassosa e bella.
Ma Vigo sognava Parigi dove c’erano gli altri registi e produttori. Dove poteva parlare del suo essere anarchico nella vita e nel lavoro, accettando però i soldi dalla Gaumont per continuare col film Zéro de conduite, girato tra il 1932 e il 1933. La quantità di informazioni che lo scrittore inserisce in questa parte di memoir è notevole e ci limiteremo soltanto a ricordare l’incontro di Vigo con Charlie Chaplin a Nizza. Fu un fiasco. Chaplin si dimostrò superficiale e poco interessato al lavoro del collega, e il fatto di parlare due lingue diverse non aiutava di certo. Ma la delusione del regista francese fu tale da "strapparsi" dal cuore il suo Charlot.
Nel frattempo, prima della nomina a ruolo, Cocco aveva lavorato anche al tribunale di Lecco e aggiungeva crediti alla sua domanda come professore, mentre teneva il secondo figlio nel passeggino con lui intento a studiare, assumendo calmanti e continui caffè. Poi si arriva all’ ultimo film di Vigo l’Atalante, mentre le sue condizioni di salute erano pessime. Girava di notte in giornate fredde e umide di Parigi sino all’epilogo della sua malattia. Ha sempre la febbre alta, tossisce continuamente.
La morte improvvisa colpì molto; questo ragazzo che aveva vissuto dagli zii, in una condizione familiare estrema, con una brutta salute, che riuscì ad amare solo il cinema e la sua famiglia.
E noi lettori ci affezioniamo pure alla famiglia della scrittore, alla moglie Costanza, che pur ammirando i talenti del marito, gli chiede a chi possa interessare quello che sta scrivendo.
A nessuno dice lui. Questo memoir su un regista conosciuto da pochi, scritto sotto forma di libro, come se fosse una bozza sul regista francese, sui fatti a lui accaduti e gli intermezzi familiari di casa Cocco, i problemi economici di uno scrittore che coi suoi gialli, ristampati in economica, in dieci anni ha venduto centomila copie. Il tutto viene raccontato come se fosse una soddisfazione personale che non cambia la situazione economica del narratore.
Questa matrioska letteraria è uno splendido libro sulle passioni artistiche.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una grazia sconosciuta
Lascia il tuo commento