Una vita allo sbando
- Autore: Anne Tyler
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2011
Leggere un libro di Anne Tyler è come tornare nel regno della scrittura alta, chiara, profonda, intensa. La scrittrice americana è nata nel 1941 e non è dunque più giovane, ma la sua esperienza di vita, la sua conoscenza dell’America profonda, quella meno raccontata della piccola provincia, in anni ormai lontani, ci danno il senso di cosa vuol dire scrivere grande narrativa. Le sue pagine catturano il lettore piano piano, si stenta ad entrare in sintonia con il racconto, ma la Tyler ci accompagna per mano e ci fa entrare fin dentro le pieghe più riposte e segrete della psicologia dei personaggi, spesso minori, che compaiono nei suoi romanzi.
“Una vita allo sbando” è quella dei due giovanissimi protagonisti di questo romanzo del 1969, ma solo ora pubblicato in Italia da Guanda, ambientato in una minuscola cittadina americana nei primi anni sessanta.
Protagonisti sono Evie Decker, che non era “affatto portata per la musica”, e Drum Casey, il diciannovenne benzinaio che spera di sfondare come cantante rock. La sedicenne Evie, grassoccia e bruttina, orfana di madre, con un padre professore di scuola distratto e assente, una domestica di colore sciatta e invadente, Clotelia, si innamora di Drum ascoltando la voce in una radio locale. Comincerà a seguirlo ai concerti, in un dancing squallido di periferia, l’Unicorn, fin quando, invisibile ai suoi occhi, riuscirà finalmente a farsi notare compiendo un gesto eclatante sulla propria fronte, incidendosi il nome di Casey, l’oggetto del suo desiderio, e suscitando interesse ad ammirazione per il cantante che diventa improvvisamente noto nella piccola comunità locale.
Le storie dei due ragazzi sono terribili e il titolo del libro allude evidentemente ad ambedue: mentre Drum è un piccolo maschio egoista ed egocentrico e tale rimane, per Evie le cose vanno diversamente e il suo diventa un vero e proprio romanzo di formazione, come nella più classica delle tradizioni letterarie occidentali. Il rito di iniziazione, l’incisione sulla fronte di un marchio che la lega indissolubilmente al ragazzo amato, si trasformerà in un legame diverso, più adulto, più ricco di sfumature, che renderà la ragazzina impacciata una donna adulta, capace di affrontare le proprie gravi responsabilità derivate dalle scelte compiute.
Uno spaccato della società americana crudele e realistico, dove compaiono personaggi insoliti, ma perfettamente coerenti: la madre di Drum, il reverendo predicatore fratello Hope, la vicina di casa, l’intrigante Mrs. Willoughby,sono piccoli efficaci cammei che Anne Tyler ci regala restituendoci un’America mediocre, meschina, lontana dalle rutilanti luci newyorkesi, ma originale e autentica.
Non si vorrebbe mai finire di leggere questa intelligente scrittrice, definita la più grande dalla compianta e da poco scomparsa Francesca Sanvitale: in molte conversazioni avute con lei ricordo che l’aveva definita la narratrice più significativa del panorama statunitense. Ed io concordo convinta con tale giudizio.
Una vita allo sbando
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