Una vita con Cioran. Intervista con Norbert Dodille
- Autore: Simone Boué
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Non è stato facile per Simone Boué stare accanto a una persona come Cioran, ma lo amava e quindi accettava tutto, tranne la convivenza, che sarebbe stata impossibile.
Emil Cioran, a Parigi, viveva in una piccola mansarda e a momenti non c’era posto nemmeno per lui, data la mole formidabile di libri, accatastati uno sull’altro. Per Simone non era un problema, lei conduceva una vita borghese e accettò la decisione di Cioran di scrivere e basta, senza trovarsi un altro tipo di lavoro. Lei lo manteneva in tutto e per tutto, arrivando anche a comprargli la schiuma da barba.
Prima che diventasse famoso, gli introiti dai suoi libri erano abbastanza esigui e Simone Boué gli pagava le bollette e acquistava i libri che gli servivano.
Passare dal romeno al francese fu per lo scrittore-filosofo una fatica notevole, anche se è acclarato che i suoi libri in francese insieme con quelli di Kundera, anche lui in esilio, sono gli esempi più vividi di come si possa scrivere in una lingua che è diventata la tua dopo i trenta anni di età.
A Norbert Dodille, in “Una vita con Cioran”, Simone Boué racconta cose succulente come:
“Scrisse una prima versione del libro ‘Sommario di decomposizione’, che fece avere a Gallimard; mostrò il testo a un amico francese che gli disse che doveva riscrivere tutto, un francese troppo forzato con notevoli refusi grammaticali.
Cioran ne rimase profondamente ferito. Intervenni solamente nella battitura dei testi. Sono stata io a battere a macchina tutti i suoi testi. Era faticoso e lui aveva chiamato una dattilografa che licenziò subito perché non aveva soldi”.
Simone Boué parla anche di tradimenti: molte donne erano infatti affascinate dal sapere di Cioran, non tanto dall’aspetto. Il filosofo non era certo bello, ma Boué racconta al giornalista che quelli restavano amori platonici, perché il Nostro non aveva mai soldi, nemmeno per un invito a cena, ed era pigrissimo, per altro.
La scrivania era il suo letto, dove sostava intere mattinate e spesso restava in pigiama.
Diceva che non gli importava di essere così sconosciuto ma non era vero. Era assetato di gloria e le due visite di Mitterand nella sua mansarda lo riempirono di gioia (il presidente Mitterand non era solo un politico ma un accanito lettore: leggeva di tutto, chiedeva alla sua segretaria di comprargli libri di saggistica politica, di narrativa e libri di poesie).
Simone Boué mantenne fino alla morte di Cioran la sua indipendenza: usciva con i suoi amici borghesi, andava a teatro, al cinema, leggeva Marie Cardinal di nascosto da Cioran che detestava la narrativa francese.
Questa intervista è bellissima, finalmente sappiamo quasi tutto del Cioran privato; strano che Adelphi abbia lasciato questo testo a una piccola casa editrice.
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