

Undici pianeti
- Autore: Mahmud Darwish
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2018
Undici pianeti è una raccolta di poesie scritte da Mahmud Darwish (Jouvence, 2018, trad. Silvia Moresi). Nella raccolta grande importanza assume il vissuto del poeta, poiché le vicende che ha subito in prima persona, unite ad alcuni fatti della storia del mondo, hanno inciso con forza sulla sua composizione.
Innanzitutto è bene dire che Drawish si rifà all’antica tradizione araba preislamica che vede la qassida come genere compositivo preminente, non tanto per la scelta stilistica dei propri testi, quanto più per il mettersi in rapporto con uno dei più autorevoli e conosciuti compositori della storia della letteratura araba antica, Imru Al-Qays. Tuttavia è sbagliato affermare che Darwish sia rimasto ancorato a quella tradizione, che sente sua, ma che al tempo stesso gli è lontana a causa degli esili che ha patito, sia metaforicamente che fisicamente, nella sua vita.
Queste poesie esprimono critiche più che forti, con una nota empatica per altri popoli che come lui sono stati esiliati dalle loro terre: in alcune poesie vi sarà infatti il richiamo alla scoperta dell’America nel 1492, che ha portato la perdita dei propri territori agli indiani d’America. Ma anche la cacciata dall’Andalusia dei musulmani e degli ebrei ha una grande eco nelle righe delle poesie di Darwish. Infine anche la distruzione a opera dei bombardamenti americani dell’Iraq è qui narrata con una nota di forte empatia.
Eppure ecco che risalta la sua idea di una poesia libera e universale, in grado di porsi sempre dalla parte delle vittime, di coloro che non possono essere vincitori degli scontri.
Sono poesie complesse, sia nella forma che nella tematica, ma che riescono proprio grazie a questa loro particolarità a mettere in comunicazione il mondo arabo antico, l’epoca preislamica, con il mondo di adesso, mondo inteso nella sua interezza e non soltanto arabo.
Di grande rilievo è l’ultima poesia, dedicata alla sua amante Rita, figura sovente presente nei suoi componimenti, che guarda all’amore come a una cura nella quale sentirsi meno esiliati, anche se in qualche modo, proprio per la condizione che lo lega alla donna, lo allontana dalla tradizione della sua terra d’origine a cui cerca sempre di rifarsi.
Trovo che per apprezzare Undici pianeti sia necessario conoscere almeno alcune basi della letteratura araba, guardare agli esponenti di maggior rilievo nel campo narrativo e poetico a cui si rifà. Un aiuto viene dato dalla postfazione che consente di chiudere e comprendere meglio le parole di questi componimenti ricchi di significati neppur troppo celati alla storia.

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