Urlare non serve a nulla
- Autore: Daniele Novara
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2014
Ho trovato il libro Urlare non serve a nulla utilissimo per la gestione dei conflitti con mio figlio durante la fase dei "terribili due" (anni) dove da angioletto tranquillo si è trasformato in megafono che urlava sempre la stessa parola: "No". Complice la nascita della sorellina, abbiamo attraversato una fase davvero difficile, con esternazione di rabbia, ribellione e spirito per niente collaborativo. Il libro mi ha aiutata a strutturare un vero e proprio piano educativo sulla base di una solida organizzazione e, soprattutto, coerenza e coesione educativa tra me e mio marito.
Partiamo dal presupposto che educare non vuol dire obbligare a fare ciò che dice l’adulto, né creare un burattino perfetto e obbediente. Educare vuol dire letteralmente "condurre fuori", "guidare fuori" e non ha nulla a che vedere con atteggiamenti repressivi. Anzi, una corretta educazione è fortemente legata con la libertà: tirare fuori il meglio di te, io ti aiuto in questo. Oggi però il concetto di libertà sembra essere frainteso: fa rima con "mio figlio può fare ciò che vuole".
Molti dicono :"È carattere, mio figlio è capriccioso". "È ostinato, è la sua indole". Certamente ognuno ha il suo carattere, ma leggendo questo libro mi sono accorta di quanti luoghi comuni esistono (e avevo io stessa) riguardanti l’educazione (che spesso ,per molti, fa rima con urla, voce grossa o punizioni).
Mi sono accorta che fa miracoli approcciare ad un pensiero diverso, passare da "Mio figlio urla ed è capriccioso" (vuol dire "è il suo carattere, non posso farci niente") a " Mio figlio urla perché sta cercando di trasmettermi un disagio", quindi è un atteggiamento, non carattere, dovuto a qualcosa che lo scatena, spesso non rintracciabile nell’immediato perché affonda le radici in abitudini sbagliate o mancanza di coesione e coerenza educativa.
Secondo il pedagogista Daniele Novara, infatti, ogni bambino ha il suo carattere, ma tutti i bambini hanno le stesse esigenze e la stessa natura. L’unica variabile è la fascia d’età, infatti i suoi modelli educativi si differenziano per fasce d’età: se un bimbo di quattro anni ha bisogno di poche regole, chiare, nette, precise e non negoziabili, l’adolescente avrà bisogno di tanto dialogo e regole da poter negoziare insieme, per una serena gestione della vita domestica.
Daniele Novara struttura un modello educativo e di gestione dei conflitti a parer mio formidabile, che prende le distanze dagli schemi tirannici del passato dove di rasentava la violenza o comunque dove la prevaricazione dell’ adulto sul bambino era la norma, poiché non se ne riconosceva una specificità psicologica e comportamentale e al contempo dà un appiglio ai genitori moderni per distanziarsi dall’altro estremo. Un’educazione spontaneistica, basata più sul troppo dialogo, la mancanza di regole, iper permissivismo, la convinzione che basti l’affetto ad educare, che spesso vede i tracolli emotivi di un genitore sfinito che perde le staffe, in un momento di estrema emotività. Una situazione tipo? "Ma come, io ti parlo, ti spiego, ti ascolto, ti consolo, ti do tutto, ti faccio fare tutto e tu non mi ascolti?". Partono così urla e, sovente, sculacciate. Il genitore è ferito, si fa trascinare dal figlio nelle sue trappole emotive e mostra tutta la sua debolezza e vulnerabilità, che non fa che rendere il figlio sempre più insicuro e aggressivo, spesso tiranno.
Possiamo fare di meglio! I bambini piccoli soprattutto, necessitano di molta libertà di espressione all’interno, però, di confini solidi e ben delineati.
Secondo Daniele Novara, l’educazione é una questione di organizzazione: regole chiare che scandiscono la giornata, ma soprattutto che delineano modelli comportamentali leciti o no, funzionali per una buona vita familiare. Una buon modello educativo previene i conflitti grazie a regole prestabilite anticipatamente, non sulla base di un’esigenza momentanea o come reazione emotiva a qualcosa.
I contrasti? Nasceranno certamente, è fisiologico, naturale e,anzi, salutare! Ma anche quelli bisogna gestirli senza farsi trascinare dalla loro intensità emotiva e soprattutto cercando di sradicare in noi stessi i modelli educativi passati.
Ho trovato davvero efficace anche il suo modello "maieutico" di gestione dei conflitti tra genitori e figli, ma anche, soprattutto, tra bambini!
Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita
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Un libro perfetto per...
chi comprende che i metodi "di una volta" danno l’impressione d’essere efficaci perché il bambino, dopo la sculacciata o l’urlo, probabilmente smette di trasgredire, ma noti che comunque non risolvono il problema alla radice, anzi, creano nel bambino forti problemi di fiducia in se stesso e nell’adulto di riferimento. Al contempo, però, senti che spesso l’affetto e il dialogo non bastano per educare.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Urlare non serve a nulla
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