A tutti noi, nel mezzo di un discorso, sarà capitato, di tanto in tanto, di usare l’espressione "aprire il vaso di Pandora" o, almeno, di averla sentita pronunciare da qualcun altro. In effetti, si tratta di una delle metafore più utilizzate nel linguaggio corrente per indicare l’eventualità di provocare un grosso danno, sebbene involontariamente. L’origine del modo di dire risale alla mitologia greca: ecco la storia da cui deriva.
Chi era Pandora
Il mito di Pandora è strettamente legato a quello di Prometeo. Ne Le opere e i giorni e La Teogonia, Esiodo, grande poeta greco vissuto nell’VIII secolo a.C., racconta che Prometeo, uno dei Titani, osò sfidare Zeus, padre di tutti gli dei, rubandogli il fuoco per regalarlo agli umani. Così facendo scatenò l’ira del re dell’Olimpo e dette l’avvio alla sua terribile vendetta.
Prometeo venne legato a una rupe e costretto a subire un supplizio atroce, ciclico e perpetuo, senza alcuna possibilità di soluzione: ogni giorno un uccello gli divorava il fegato, che di notte ricresceva, facendo sì che la tortura potesse essere perpetuata all’infinito.
Non ancora soddisfatto, Zeus decise di punire anche il genere umano e lo fece attraverso uno stratagemma. Chiese a Vulcano di creare una donna bellissima e agli altri dèi di farle, ciascuno, un dono. Era nata Pandora, che in greco significa, per l’appunto, "tutti i doni".
Per vendicarsi dell’affronto subito, Zeus inviò nel mondo Pandora, che sarebbe andata in sposa a Epimeteo, il fratello stolto di Prometeo (il nome vuol dire "colui che pensa in ritardo").
Ma la donna aveva avuto, fra le varie regalie, anche la curiosità (da parte di Ermes, il messaggero degli dei).
Il vaso di Pandora
Conoscendo la curiosità di Pandora, Zeus poteva quindi prevedere come si sarebbe comportata in casi particolari. Le dette quindi un vaso, facendole promettere che sarebbe stato il marito a custodirlo e che non avrebbero dovuto aprirlo per nessuna ragione.
Come previsto, però, Pandora non riuscì a resistere e tolse il coperchio. Dal recipiente uscirono tutti i mali, che da quel momento in poi avrebbero funestato l’umanità: la pazzia, il vizio, la vecchiaia, la morte, la gelosia e tanti altri.
In un primo momento restò sul fondo soltanto la Speranza, che solo successivamente Pandora riuscì a fare uscire e a donare agli uomini.
Mito di Pandora: significato e interpretazioni del mito
"Aprire il vaso di Pandora" indica, nel linguaggio comune, un’azione capace di recare danno, anzi di stravolgere la vita, di tante persone.
Questo è certamente il significato più immediato del mito, che però suscita anche ulteriori riflessioni.
L’apertura del vaso innanzitutto, può indicare la capacità di guardare dentro di sé fino in fondo, non limitandosi agli aspetti positivi (simboleggiati dai doni generosamente elargiti a Pandora), ma prendendo in esame anche quelli negativi e più difficili da accettare.
Pandora non è, come comunemente si crede, la responsabile dei mali del mondo: possiamo invece considerarla una risvegliatrice dell’anima, che segue la propria curiosità e va al di là di ciò che le viene imposto, per guardare oltre, seguire l’istinto e, in un certo senso, il richiamo stesso della vita.
Affrontando le nostre paure cresciamo e ci arricchiamo; accettare tutto ciò che accade e accoglierlo con fiducia ci consente di imparare da ogni situazione che l’esistenza ci presenta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Vaso di Pandora: significato, dal mito al modo di dire
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