Vedi di non morire di Josh Bazell

Grazie a Peter Brown, ex killer entrato in un programma di protezione governativo, la mafia fa il suo ingresso tra le corsie di un famigerato ospedale di Manhattan. Quando Peter va come ogni mattina al lavoro in ospedale, non sa che la Grande Mietitrice lo aspetta, sotto le vesti di un paziente moribondo che è un suo vecchio conoscente di mafia. Se il paziente muore, il passato di Peter tornerà a galla. E questo non può accadere. Perché Peter è anche Pietro Brwna detto Orso, ex affiliato (ma per bontà d’animo) alla famiglia Locano. In questi anni in ospedale Peter è diventato il medico-eroe che abbiamo sempre sognato: cinico iconoclasta dal cuore d’oro che infrange ogni regola pur di salvare una vita... La sua lotta all’ultimo sangue con la Grande Mietitrice sta per cominciare, e diventa tutt’uno col desiderio irresistibile di saldare una volta per tutte i conti con la famiglia Locano. (Note di copertina)

In questo romanzo nuovo e non del tutto originale al tempo stesso, Josh Bazell, medico e scrittore ebreo newyorkese, riesce a mettere insieme di tutto e anche di più: la mafia, la shoah, l’immigrazione, la vita di un ospedale cattolico, la prostituzione, la droga, l’amore puro e disinteressato, la musica, il pulp, la letteratura... ma credo che l’elenco potrebbe continuare.
La bravura degli scrittori americani nel mettere su storie fantasiose ma legate all’attualità è ormai assodata, ma questo libro, pur pieno di ironia e a volte estremamente efficace, esagera nell’uso di immagini da film dell’orrore, del sangue esibito in modo esplicito, di operazioni eseguite su corpi martoriati da infermieri cialtroni, medici incapaci. Tuttavia, chi ha amato i film di Quentin Tarantino, chi i romanzi di James Ellroy o di Bunker, troverà molto gradevole la lettura di questo romanzo il cui protagonista è insieme un assassino vendicatore di torti subiti, un polacco immigrato e privo di vera identità, un potenziale mafioso, drogato e alcolista secondo il classico cliché di questo genere, un amante appassionato di una dolcissima musicista rumena, Magdalena. Tutti faranno una brutta fine, con grande presenza di splatter, di schizzi di materia organica, di farmaci killer, di vasche piene di squali affamati, di carceri stracolme di assassini violenti...
La caratteristica migliore del libro è lo spirito ironico tipico della cultura ebraica che fa capolino in molte pagine e che rende la lettura piacevole, anche per i non appassionati del genere!