Via col vento
- Autore: Margaret Mitchell
- Genere: Classici
“Rossella O’Hara non era una bellezza: ma raramente gli uomini se ne accorgevano quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo fascino. Nel suo volto si fondevano in modo troppo evidente i lineamenti delicati della madre – un’aristocratica della costa, oriunda francese – con quelli rudi del padre, un florido irlandese”.
Nella contea di Clayton nello Stato della Georgia (USA) in quel pomeriggio di fine aprile del 1861 la giovane dal viso nel quale brillavano gli occhi verde chiaro, dal mento aguzzo e dalle mascelle quadrate, sedeva nell’ombra fresca del porticato di Tara, la piantagione del padre. L’abito nuovo di mussolina verde a fiori che indossava Rossella si allargava in pieghe ondeggianti sulla gonna a cerchi, armonizzandosi alla perfezione con le scarpine di marocchino verde dal tacco basso che Gerald O’Hara aveva comperato per la sua figlia preferita nella vicina Atlanta.
“L’abito fasciava mirabilmente il vitino di quaranta centimetri di circonferenza, il più sottile nelle tre contee, e disegnava il seno, abbastanza maturo per i suoi sedici anni”.
Seduta fra Stuart e Brent Tarleton, Rossella formava un grazioso quadretto, ignara che presto il suo mondo idilliaco sarebbe tramontato per sempre. Quel mondo nel quale nelle piantagioni veniva coltivato del buon cotone raccolto a mano dalla manodopera di colore, dove era indispensabile che i gentiluomini sapessero cavalcare, ballare con leggerezza, tirare al bersaglio, inchinarsi alle signore con eleganza e comportarsi come veri signori di fronte ai liquori. Ora però la guerra tra il Nord e il Sud degli Stati Uniti era alle porte: soltanto pochi giorni prima, il 12 e il 13 aprile 1861 si era svolta la battaglia di Fort Sumter nei pressi di Charleston nella Carolina del Sud nella quale le truppe degli Stati Confederati d’America (nuovo Stato costituito per accordo tra i 7 Stati che nel febbraio del 1861 avevano dichiarato la propria secessione dagli Stati Uniti d’America del Presidente Lincoln) avevano posto il blocco bombardando la piazzaforte di Fort Sumter presidiata dai soldati dell’Unione (entità federale che riuniva i 24 del Nord d’America) fino a provocarne la resa. Ma Rossella non intendeva più sentir pronunciare la parola “guerra”, i suoi pensieri erano tutti per l’imminente ballo dai Wilkes nella piantagione denominata Le Dodici Querce, nel quale la ragazza avrebbe rivisto Ashley, il suo grande amore. Quello stesso Ashley che ora Stuart diceva essere promesso a Melania Hamilton, un “topolino insignificante”. Rossella sentiva il suo cuore battere a “piccoli colpi bizzarri”, nel suo volto vi era un’espressione di pena e sbalordimento tipico di una bambina viziata che aveva sempre avuto tutto ciò che voleva e ora per la prima volta si trovava a contatto con quello che la vita ha di spiacevole. Se ripensava al passato Rossella si rendeva conto che Ashley Wilkes non le aveva mai fatto la corte e né i suoi chiari occhi grigi avevano mai brillato di quella luce ardente che Rossella conosceva così bene negli altri uomini. “Eppure... eppure... ella sapeva che l’amava” anche se Wilkes era nato da una razza di uomini che passavano le loro ore libere a riflettere, non ad agire, perché Ashley “sempre cortese ma distante”, viveva in un mondo interiore più bello della Georgia e tornava malvolentieri alla realtà. Come avesse potuto conquistare Rossella, il cui spirito era così estraneo al suo, era un mistero. Il sole tramontava all’orizzonte dove si stagliava la collinosa campagna della Georgia settentrionale nel cui centro si notava la casa di pietra intonacata di bianco che sembrava un’isola in un selvaggio mare purpureo. La popolazione di colore cantando tornava alle baracche dopo una dura giornata di lavoro. Domani, sì, domani al ballo Rossella avrebbe rivelato ad Ashley il suo amore, era questa la soluzione per arrivare al cuore del suo amato.
“... Non vi è ragione che le cose non vadano come io desidero... se Ashley mi ama; e so che mi ama!”.
Margaret Mitchell (1900-1949), scrittrice e giornalista, pubblicò Via col vento (titolo originale del volume Gone with the Wind, traduzione di Ada Salvatore e Enrico Piceni) nel 1936, ma la stesura del libro era durata anni. L’epopea della Guerra di Secessione Americana è il pretesto per raccontare la storia di Rossella O’Hara, dallo spirito indomabile, volitiva e combattiva, che lotta con tenacia per conservare la propria terra ereditata dal padre. “Non poteva abbandonare Tara; apparteneva a quella terra rossa come essa apparteneva a lei. Tara era il suo destino, la sua lotta, ed essa doveva vincere ”. Mentre intorno a Rossella infuria la battaglia, la giovane combatte la sua guerra personale, senza arrendersi mai, pensando ai suoi antenati provenienti dal Vecchio Mondo. Per perseguire il suo scopo Rossella non esita a sposarsi più volte senza rendersi conto che non è certo il malinconico Ashley l’uomo adatto a lei ma l’avventuriero Rhett Butler, simpatica canaglia dalla “reputazione terribile” che fin dalla prima occhiata ammirata ha capito il temperamento di Rossella. “Signore, avreste dovuto palesare la vostra presenza!”. Un romanzo straordinario che ha fatto sognare e commuovere più generazioni di lettori nel quale appare un’America divisa in due, dove si fronteggiano e si scontrano due opposti ideali e interessi. Il Sud spavaldo, arrogante e sfrontato, la cui economia era fondata sul cotone e sullo schiavismo era destinato a soccombere contro il pragmatismo del Nord, rappresentato dalle sue fabbriche, dalle sue industrie e dallo sguardo anticipatore di Lincoln. Indimenticabili i personaggi, che appaiono ancora in tutta la loro vivezza, di un bestseller vincitore del Premio Pulitzer 1937, il cui titolo l’autrice trasse da una delle liriche più belle del poeta inglese Ernest C. Dowson. Un successo strepitoso, basti pensare che in solo quattro settimane vennero vendute 180mila copie.
Via col vento: dal libro al film - Il kolossal tratto dal libro, diretto da Victor Fleming nel 1939 e interpretato da Vivien Leigh, Clarke Gable, Olivia de Havilland, Leslie Howard e molti altri bravissimi attori, si aggiudicò ben 8 Premi Oscar (1940). Da ricordare che Hettie McDaniel, che impersona Mammy la mitica governante di Miss Rossella, fu la prima donna afroamericana ad aggiudicarsi un Premio Oscar come miglior attrice non protagonista.
“Quello che i giovanotti dire e quello che pensare essere due cose diverse; io non mi essere accorta che Mr. Ashley avere chiesto di sposarti”.
Memorabile infine la colonna sonora di Max Steiner ormai entrata nella leggenda che fa da cornice ad un tramonto che per Rossella “la ragazza più insensibile della Georgia” equivale al domani.
“Con lo spirito del suo popolo che non riconosce la sconfitta anche quando se la trova di fronte, rialzò il mento. Riconquisterebbe Rhett. Sapeva di poterlo fare. Non era mai esistito un uomo che ella non potesse avere, se lo voleva".
“Penserò a tutto questo domani, a Tara. Sarò più forte, allora. Domani penserò al modo di riconquistarlo. Dopo tutto domani è un altro giorno”.
Via col vento
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