Vita e morte di Harriett Frean
- Autore: May Sinclair
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
Una donna sacrifica la sua esistenza in nome di una moralità stantia, rinuncia all’amore e a esprimere se stessa, per poi rendersi conto quando ormai è tardi per gli errori compiuti. Questa in sintesi la trama del breve romanzo intitolato Vita e morte di Harriett Frean della scrittrice britannica May Sinclair (Sellerio, 1997, trad. M. Soldaini). Nata nel 1863, May è stata una intellettuale eclettica, capace di cimentarsi in generi letterari diversi. Inventò l’espressione “flusso di coscienza”, utilizzata da lì in avanti per connotare una modalità narrativa tipica di scrittori sperimentali come James Joyce. Fu attiva sostenitrice del suffragio femminile.
Sinclair racconta la vita di Harriett Frean attraverso una serie di rapidi scorci, che vanno dall’infanzia alla vecchiaia. Fin da piccola, e poi da adulta, Harriett vede nei suoi genitori i simboli di tutto ciò che è corretto e rispettabile. Fuori dal loro bozzolo protettivo, la vita appare confusa e minacciosa. Un luogo da cui è meglio restare alla larga.
C’è uno snodo centrale nell’esistenza di questa donna, da cui dipende il corso del suo destino. Il fato le regala infatti la possibilità di liberarsi dalle sue catene. Avviene quando Robin, fidanzato con la sua amica Priscilla, si confessa innamorato di lei e le offre se stesso, la possibilità costruire una vita insieme. Harriett è lusingata, tentenna per un attimo. Alla fine, dopo un attento meditare, la decisione è presa: non può accettare la proposta, non può fare un torto del genere alla sua amica. Non può trasgredire a regole morali che, almeno nella sua mente, risultano ben definite.
In un primo momento, questa rinuncia la riempie di orgoglio. Solo nel corso degli anni, quando la solitudine inizierà ad avvolgerla, si renderà conto di quale terribile sbaglio ha compiuto. Ma ormai è troppo tardi. Con questa scelta Harriett condanna all’infelicità non solo se stessa, ma anche Robin e Priscilla. La sua amica si ammala gravemente, Robin deve accudirla, logorandosi corpo e anima. Quando Priscilla muore, Robin decide di sposare un’altra donna. Sarà per Harriett un colpo durissimo. L’antico orgoglio per la rinuncia compiuta, per la segreta consapevolezza di essere lei la preferita da Robin, è spazzato via dal dolore. Il tempo è passato e lei è rimasta con un pugno di mosche in mano.
Già, perché gli anni passano, inesorabili e velocissimi. Harriett ha una determinata età, poi un’altra, è una bambina, una ragazza, una donna matura e infine una vecchia; gli anni passano e nel frattempo nulla cambia. Sinclair rappresenta lo scorrere implacabile del tempo attraverso continue ellissi narrative, descrivendo il percorso della sua protagonista come l’incedere verso una logorante consapevolezza.
Harriett comprende, poco alla volta, che le idee in cui credeva sono errate. Anche la figura del padre, da sempre mitizzata, inizia a scricchiolare: quest’uomo così giusto si rivela fallibile, come tutti. Egli, incline agli investimenti sbagliati, ha infatti trascinato nei guai non solo se stesso, ma anche un amico che si fidava dei suoi consigli. Harriett fatica ad ammetterlo con se stessa, ma questa scoperta distrugge una delle poche certezze su cui si fondava la sua esistenza. Arrivano poi altre delusioni, quelle delusioni che fanno parte dell’ordinario e che nessuno può evitare, e che nel suo caso la confinano sempre più in una dimensione di penoso isolamento.
Ormai anziana, accoglie la sofferenza, il brutto male di cui era morta anche la madre, quasi con sollievo: un punto di contatto con la sua amata e mai dimenticata genitrice, un modo per tornare al punto di partenza.
May Sinclair, dunque, con una prosa essenziale e precisa, tratteggia le sorti di una donna che non ha saputo guadagnarsi la propria identità per imporsi al mondo. Certo non solo per colpa sua, ma anche per via di uno specifico contesto sociale. Appare significativo che Harriett, in quanto donna, non pensi nemmeno per un attimo a trovarsi un lavoro o, come diremmo oggi, a realizzarsi. Tuttavia, lo spettro della vicenda è più ampio. Harriett Frean è anzitutto il modello di un essere umano – femmina o maschio poco importa – troppo indifeso di fronte alle continue metamorfosi della vita. Mai idealizzare nessuno, ci suggerisce May Sinclair, soprattutto le persone alle quali vogliamo bene, che siano genitori o amici: e non guardare la realtà in faccia è il modo migliore per procurarci delusioni.
Al netto di tutto ciò, Vita e morte di Harriett Frean è un romanzo intenso, con una struttura narrativa moderna, capace di descrive quelle solitudini esistenziali, quelle perdite, che toccano da vicino molti di noi. Un piccolo gioiello della letteratura inglese assolutamente da riscoprire.
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