Vita privata del maresciallo di Richelieu
- Autore: Non disponibile
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Adelphi
Vita privata del maresciallo di Richelieu (a cura di Benedetta Craveri, Adelphi edizioni 1989) è un memoriale anonimo del 1791.
Sulla base di documenti d’archivio, vengono rievocati in prima persona fatti e misfatti erotici di un celebre personaggio storico: Louis-François-Armand de Vignerot Du Plessis de Richelieu, duca di Fronsac (1696-1788).
Bando agli equivoci! Non si tratta del diplomatico, stratega, capo dell’intelligence di Luigi XIII passato alla storia come eminenza grigia, bensì di suo nipote. Più esattamente, il figlio del pronipote del celebre omonimo.
Alla corte di Versailles di Luigi XIV, specchio dell’assolutismo e vetrina della ricchezza di Francia, serpeggia un nemico insidioso: la noia. Eppure la nobiltà, esautorata, coltiva numerose occupazioni. Gioco d’azzardo, spettacoli, banchetti e balli in maschera. L’arte del pettegolezzo e della seduzione, letteratura, musica, attività all’aperto. Gareggia costantemente nella liturgia di un cerimoniale che marca il favore del re, perché il prestigio del singolo si misura in base alla sua vicinanza fisica al sovrano. In questa gabbia dorata ogni diversivo è ben accetto, purché rispetti apparenza e decoro. Inizia così – come una novità da vezzeggiare – il debutto galante del protagonista dalle sorprendenti doti organizzative. Esordisce come una fiaba, diventa più rocambolesca di un romanzo, mantiene il fuoco del libertinaggio, di un’educazione sentimentale alla rovescia e della ricerca del piacere.
Un giorno il nobile quattordicenne de Fronsac viene introdotto come ballerino alla corte del Re Sole. Abbagliato dallo sfarzo e dalla maschera della regalità, è lui a fare colpo. Bellezza, presenza di spirito e modi un po’ scanzonati lo rendono subito il beniamino tra il gentil sesso che se ne contende prima le attenzioni, poi i favori. In breve si rivela un Don Giovanni impenitente e sfrontato che ignora la fedeltà, accende attrazioni pericolose, sussurra proposte indecenti con parole di miele, intreccia relazioni multiple.
A nulla valsero i consigli di Madame de Maintenon, moglie morganatica del sovrano vicina a suo padre, tre reclusioni rieducative alla Bastiglia, tre matrimoni per arginare il suo temperamento edonistico che sembra ignorare il modus. Sembra, perché in realtà riuscì ad amministrare la sua condotta, tanto che si spense a 92 anni. La prima moglie gli fu imposta dal re in persona propenso a chiudere un occhio di fronte a intemperanze giovanili, ma severo censore del libertinaggio come stile di vita.
Ciononostante il nostro eroe dedicò la giovinezza al piacere e alla dissipazione, la maturità alle sirene del potere, la vecchiaia al vizio e agli intrighi. Alle gioie dei sensi non rinunciò mai, poiché si sposò ottuagenario.
Come osserva un contemporaneo:
Ebbe brillanti qualità e nessuna virtù.
Vita privata del maresciallo di Richelieu è un’autobiografia interessante e sagace che ci restituisce lo spaccato meno razionalista del Secolo dei Lumi dalle atmosfere alla Watteau.
La scrittura volteggia elegante e leggera come un ghirigoro rococò. Penetra a fondo le intime contraddizioni dei personaggi come nei migliori romanzi francesi del Settecento. Numerose considerazioni sulle donne in lotta tra Amore e Virtù brillano per acume psicologico e offrono una casistica amorosa degna di Ovidio.
Con altrettanta sottigliezza la curatrice Benedetta Craveri ne coglie il tallone d’Achille:
In lui l’orgoglio di discendere dall’uomo a cui la monarchia francese moderna deve il rafforzamenti del suo prestigio, va di pari passo con il complesso d’inferiorità del parvenu.
Siete curiosi di sapere perché? Il cognato del cardinale Richelieu era un suonatore di liuto. Che la seduzione compulsiva di dame e principesse sia un surrogato dell’investitura araldica, una sorta di rivalsa psicologica? Su di lui Choderlos de Laclos avrebbe modellato il visconte di Valmont, cinico seduttore de Le relazioni pericolose.
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Un libro perfetto per...
Indicato per gli amanti del romanzo francese del Settecento. A chi ha pianto per Manon Lescaut in Prévost, ha parteggiato per il visconte di Valmont in Chorderlos de Laclos, ha sospirato con La principessa di Clèves di Madame de La Fayette.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Vita privata del maresciallo di Richelieu
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